MILANO – Altro che nuovo stadio, qui si parla di un simbolo mondiale del calcio, anche quest’anno teatro dei più prestigiosi incontri internazionali. Un gruppo trasversale di intellettuali, architetti, artisti, sportivi e cittadini (l’ultimo a firmare il regista inglese Ken Loach, grande tifoso di calcio, ndr) lancia un appello accorato: no all’abbattimento del Meazza di San Siro. Nel mirino, la proposta congiunta di Milan e Inter che intende demolire lo storico impianto per costruirne uno nuovo, finanziato anche “attraverso la cementificazione di tutte le aree verdi che oggi lo circondano”.
“Un’operazione immobiliare mascherata da progetto sportivo”, si legge nell’appello e nell’invito a firmarlo, “nata unicamente per sanare i bilanci delle società”. Nessun vantaggio per Milano, né ambientale, né economico, né urbanistico. Il Meazza, soprannominato ‘la Scala del Calcio’, è considerato “un patrimonio mondiale dell’umanità” da salvaguardare e tramandare. La sua architettura- stratificata in quattro fasi tra il 1925 e il 1990- è definita “unico esempio di modernismo sportivo, paragonabile a un Guggenheim a cielo aperto”.La parte centrale dell’impianto, con le rampe elicoidali e le torri cilindriche, viene descritta come “di grande forza espressiva”. E se Calzolari e Ronca non hanno il nome di Nervi o Gio Ponti, poco importa: “il loro lavoro resta un esempio alto di architettura moderna a livello mondiale”.
L’appello non è solo tecnico o nostalgico. È culturale. È civile. È anche un monito cinematografico: “Per ricreare Wembley nel film Bohemian Rhapsody hanno dovuto rifarlo in 3D. Evitiamo che a Milano succeda lo stesso”.Nel 2003, lo stadio Meazza era già stato incoronato miglior impianto italiano e quinto in Europa secondo TicketGum. Ma qui si tratta di qualcosa di più: “Difendere il Meazza è una battaglia che riguarda tutti, non solo i milanesi”.
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