ROMA – Xi Jinping è in Russia nel quadro di una visita che durerà fino a sabato 10 maggio, nel corso della quale verranno rilanciate le relazioni bilaterali con l’omologo Vladimir Putin, anche attraverso la firma di nuovi accordi di partenariato commerciale. Il cuore della missione saranno però le diverse celebrazioni del Giorno della Vittoria, con cui ogni 9 maggio la Russia ricorda la sconfitta delle forze tedesche naziste nel 1945, nell’ambito della seconda guerra mondiale. Quest’anno, i festeggiamenti saranno particolarmente più sentiti, cadendo l’80esimo anniversario da quando l’Armata rossa issò la propria bandiera sul Reichstag di Berlino.
Il presidente cinese punta a discutere con Putin del modo con cui espandere le relazioni energetiche, che già Pechino acquista a prezzi vantaggiosi. Saranno siglati anche altri accordi commerciali e, forse, sulla difesa. Questo mentre Kiev accusa Pechino di rifornire di armi e munizioni la Russia. Inoltre, il mese scorso il presidente Volodymyr Zelensky ha invitato i paesi europei a boicottare i festeggiamenti russi del 9 maggio, invitandoli a raggiungerlo a Kiev insieme ai vertici dell’Unione europea, per inviare un segnale di denuncia delle azioni russe in Ucraina.
Non solo Bruxelles sostiene la proposta ucraina, ma ha presentato, tramite la Commissione europea, le nuove tappe della road map ‘RePowerEu’, che punta a porre definitivamente fine alla dipendenza energetica europea dalla Russia, avviata dopo l’aggressione del febbraio 2022. In particolare, tra i punti in tabella di marcia ci sono: l’interruzione di tutte le importazioni di gas e petrolio russi entro il 2027; il contrasto all’elusione delle sanzioni da parte della “flotta ombra” russa; limitazione alla fornitura di materiali nucleari russi; miglioramento della tracciabilità delle importazioni di gas russo.
E’ la terza volta che Xi Jinping si reca a Mosca da quando è iniziata la guerra in Ucraina. Il bilaterale con Putin avviene mentre gli Stati Uniti stanno faticosamente portando avanti dei negoziati per un cessate il fuoco.
A Fox News, l’inviato speciale americano Keith Kellog ha detto che il governo di Kiev sarebbe disponibile a stabilire una zona smilitarizzata di 30 chilometri lungo la linea di contatto con la Russia: “L’idea di Kiev- ha detto Kellog- è che ognuno faccia un passo indietro di 15 chilometri, così da avere una fascia di 30 chilometri che possa essere effettivamente sorvegliata”. Inoltre, secondo l’inviato speciale, il governo ucraino sarebbe anche favorevole a un cessate il fuoco immediato di 30 giorni.
Sul tema è intervenuto in modo indiretto il ministro degli Affari esteri russo Serjei Lavrov, il quale, celebrando i 75 anni delle relazioni diplomatiche con il Vietnam, ha chiarito la posizione del Cremlino: “Un cessate il fuoco o una pausa delle ostilità” lungo la linea di contatto “non possono portare a una soluzione duratura a questo problema”, affermando che “per una pace duratura, devono essere rimosse le cause profonde del conflitto”, vale a dire la proposta di ingresso dell’Ucraina nella Nato e l’allargamento a est, verso i confini russi, dell’Alleanza atlantica.
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