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VIDEO | Uganda, Afron compie 15 anni. Corrado (Gemelli): “La maggior parte dei pazienti non accede alle cure”


ROMA – AFRON Oncologia per l’Africa ETS – celebra sabato 10 maggio i 15 anni dalla fondazione durante l’evento benefico “La Sfilata del Cuore”. Tra i presenti anche Frida Giannini, nome dell’alta moda e amica di AFRON. La raccolta fondi dell’evento sarà destinata ai progetti a favore delle donne e dei bambini colpiti da patologie oncologiche nei paesi dell’Africa. In questi anni sono 2.210 le sessioni di supporto psicologico svolte che hanno coinvolto 9.650 donne, bambini malati e i loro familiari; 1.147 i follow up svolti fra visite domiciliari e consulti telefonici; circa 1 milione le persone sensibilizzate sui tumori; 30.254 donne hanno potuto usufruire di uno screening gratuito; 18.526 studenti coinvolti nelle scuole superiori durante le campagne di sensibilizzazione sui tumori. Numeri destinati ad aumentare. Dal 1 maggio AFRON opererà anche in Kenya, dove c’è il più alto tasso di mortalità per cancro al seno a livello globale, con il progetto MWANGA, focalizzato sul cancro al seno e sul cancro infantile.

Nelle parole del dottor Giacomo Corrado, ginecologo oncologo del Policlinico Gemelli di Roma e membro del Consiglio Direttivo di AFRON, l’importanza delle attività mediche condotte dall’Associazione. “È stato diverse volte in missione in Uganda per conto di AFRON. Quali sono le maggiori difficoltà che incontra una donna ugandese rispetto al cancro? La paziente ugandese malata di tumore rispetto ad una paziente di un paese industrializzato prima di tutto non conosce nulla di tale patologia e quindi è completamente inconsapevole di ciò che l’ha colpita e soprattutto di quello che dovrà affrontare”. Prosegue Corrado: “Dopo averla informata la seconda grande differenza è che non potrà accedere alle terapie standard secondo linee guida internazionali. In Uganda quando arrivai la prima volta nel 2012 mancava tutto: dai farmaci chemioterapici ad esami radiologici di secondo livello, al personale medico e paramedico debitamente istruito. Per tale motivo la terapia deve essere letteralmente personalizzata in base a ciò che hai a disposizione. Inoltre molte terapie sono a carico della paziente e molte di loro non se la possono permettere. La terza enorme differenza è l’accesso alle cure. Quando arrivai all’ospedale di Kampala mi dovetti rendere conto che la stragrande maggioranza delle pazienti arrivavano in ospedale a piedi o su mezzi di fortuna e molte di loro dormivano fuori dell’ospedale in attesa del ricovero. Quindi la frase ci rivediamo il tot giorno per ulteriori analisi non esiste. In conclusione, oggi posso affermare che con AFRON non abbiamo risolto il problema del tumore in Africa, ma abbiamo contribuito a far crescere nelle donne ugandesi la consapevolezza che il tumore si può prevenire e curare”.

Ed è proprio sulla prevenzione dei tumori che Frida Giannini, stilista italiana famosa in tutto il mondo e Amica di AFRON, ha voluto raccontare la sua esperienza personale. Frida Giannini è stata Direttore Creativo di GUCCI dal 2005 al 2015. Nel 2006 il Wall Street Journal l’ha inserita al 40° posto fra le 100 donne manager più influenti nel mondo. Negli anni successivi ha ottenuto diversi riconoscimenti come miglior stilista dell’anno. Da sempre vicino al Sociale, nel 2011 ha ricevuto il premio UNICEF Women of Compassion. Nel 2013 ha organizzato e curato la mostra su David Bowie al Victoria & Albert Museum di Londra. La musica e la moda sono sempre state le sue grandi passioni, tradotte anche nel libro “A journey into the style and music of my icon since 1969”, lanciato nel 2023 a New York e a Milano. “Io ho ereditato la mutazione genetica di mia mamma del BRCA. Purtroppo lei è stata colpita da tumore ovarico già al 4° stadio con metastasi. Dopo lunga malattia e battaglia si è spenta. Pochi mesi fa, i suoi meravigliosi medici, fra cui il Dott. Giacomo Corrado, mi hanno convinta ad effettuare l’intervento preventivo dell’asportazione delle ovaie e delle tube. Li ho seguiti e sono stata operata due settimane dopo la dipartita di mia mamma. Ovviamente dovrò continuare a fare esami di controllo, ma ho capito quanto questo argomento sia poco trattato per paura. Una donna costretta a privarsi dei suoi organi riproduttivi a volte teme anche di parlarne. Ma la scienza e la ricerca vanno avanti. Oggi si può preservare la maternità”.

Se questo è possibile nel mondo occidentale, purtroppo non accade ancora in Uganda, dove una donna che non può più riprodurre viene emarginata e abbandonata dalla famiglia perché ritenuta inutile. Per questo motivo AFRON combatte anche lo stigma sociale, oltre che la malattia. Raccontando la sua storia, Frida Giannini ha voluto porre l’attenzione sull’importanza della prevenzione. La sua testimonianza dal vivo sarà anche rivolta ai 200 ospiti di AFRON che l’ascolteranno durante la Sfilata del Cuore. Al fianco di AFRON, da sette anni, l’Associazione ALCLI Giorgio e Silvia, che insiemen rappresentano un riferimento per la lotta al cancro infantile in Italia e in Uganda. Emilio Garofani, Commercialista e Vice Presidente ALCLI, racconta la sua esperienza di papà di una bambina di 5 anni, alla quale, 30 anni fa, è stato diagnosticato il Linfoma di Burkitt, tumore infantile rarissimo in Italia, ma il più frequente nei Paesi africani. Grazie alle cure tempestive offerte, oggi sua figlia è guarita, è una splendida donna, professionista e mamma di una bambina. “Cosa ha provato quando ha scoperto che in Uganda l’80% dei bambini colpiti dal linfoma di burkitt non sopravvive? Mi sono sentito piccolo, tanto piccolo. Mi ha provocato un senso di colpa e sgomento, considerato il mio trascorso. Un senso di indignazione seguito da una pronta reazione, che mi ha portato ad occuparmi, anche se in un ruolo marginale e in maniera indiretta, grazie ad AFRON, di questi bambini, con la sola colpa di trovarsi a vivere in un mondo diverso dal nostro. Inevitabilmente questa situazione mi ha proiettato alla mia passata esperienza, dove sicuramente posso dare, si testimonianza di tanta sofferenza e trepidazione, al contempo però anche evidenziare le tante possibilità che il nostro paese ha potuto offrire allora (30 anni fa) e può offrire oggi ad ognuno di noi in termini di diagnosi, cure e assistenza. Grazie a tutto ciò, è stato possibile uscire da una situazione molto complicata e compromessa (linfoma di burkitt IV stadio) dando la possibilità di vita ad una bambina di 5 anni. Tutto ciò non accade in altri luoghi nel mondo, dove ancora troppo spesso la malattia di un bimbo è un percorso senza ritorno”. AFRON da 15 anni è presente dove i bambini non hanno possibilità di cura, portando assistenza, sostegno, ma anche sorrisi. E speranza.
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