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Dimmi come ti chiami e ti dirò che Papa sarai


ROMA – Una questione di numeri e di sostanza. Dietro la scelta del nome che il nuovo papa vorrà darsi c’è una tradizione millenaria e allo stesso tempo forse un’indicazione sulle sue scelte future. In queste ore di attesa, c’è chi fa i conti: il nome tornato più volte, già 23, è quello di “Giovanni”. Di tradizioni e probabilità si stanno occupando le testate di decine di Paesi. Radio France Internationale sottolinea che una delle prime decisioni che prenderà il pontefice appena eletto riguarderà appunto il nuovo nome. “Una scelta che può sembrare secondaria”, sottolinea l’emittente, “ma che in realtà non è un semplice dettaglio cerimoniale”.

Dopo la fumata bianca, il decano del collegio cardinalizio si rivolgerà al prescelto per chiedergli, in latino: “Accetti la tua elezione canonica a sommo pontefice?”. E poi: “Con quale nome vuoi essere chiamato?”.La scelta sarà quindi annunciata dal balcone centrale della basilica di San Pietro in Vaticano, con la celebre formula “Habemus papam”.

L’adozione di un nome pontificale non è un obbligo canonico, ma si è affermata come tradizione nel corso del tempo. Il primo papa ad averla inaugurata fu Giovanni II, nato con il nome di Mercurio. Eletto nel 533, decise di abbandonare il proprio nome di nascita, che richiamava il dio del commercio della mitologia romana, ritenendolo inappropriato per un capo della Chiesa cattolica. Il papa optò per ‘Giovanni’, uno degli apostoli. Ritenne insomma che, se Gesù aveva cambiato il nome del primo pontefice della storia, che da Simone era divenuto Pietro, anche altri capi della Chiesa potevano fare lo stesso. Tanto più che il cambiamento di nome poteva simboleggiare la conversione e l’inizio di una nuova missione.Un altro aspetto riguarda ancora il primo pontefice della storia. Pierre Canepanova, eletto nel 983, cambiò nome in Giovanni XIV proprio per evitare di essere chiamato allo stesso modo di quel suo predecessore speciale. Tutti gli altri “Pietro” eletti dal conclave seguirono lo stesso ragionamento.

Dalla fine del X secolo, la prassi del cambiamento si diffuse a prescindere dal nome di nascita del papa: si voleva appunto simboleggiare la fine della vita precedente e l’inizio di una nuova esistenza come guida della Chiesa cattolica. Solo due pontefici hanno mantenuto il proprio nome di battesimo: Adriano VI nel 1522 e Marcello II nel 1555.

Per quanto riguarda la scelta del nome, non esiste una regola prestabilita. La decisione può comunque rappresentare un messaggio sulle priorità e i valori che il pontefice intende incarnare e può quindi indicare la volontà di riforma o di continuità. Solo l’eletto, naturalmente, conosce nell’intimo le motivazioni del proprio gesto. Il papa può decidere di rendere omaggio a un predecessore, a un membro della sua famiglia o a un santo. Può anche combinare più nomi, come fece nel 1978 Giovanni Paolo I, che si rifece ai due pontefici che lo avevano preceduto: Giovanni XXIII e Paolo VI. Sempre nel 1978, Giovanni Paolo II riprese invece il nome del predecessore dopo la sua morte improvvisa, avvenuta appena 33 giorni dopo l’elezione.

Benedetto XVI, papa dal 2005 al 2013, motivò la sua scelta con il riferimento a Benedetto XV, “che guidò la Chiesa durante il difficile periodo della Prima guerra mondiale”. Durante un’udienza aggiunse: “Il nome Benedetto richiama anche il padre del monachesimo occidentale, co-patrono d’Europa, particolarmente venerato nel mio Paese, la Germania, soprattutto in Baviera”.

Jorge Mario Bergoglio, scomparso il 21 aprile scorso, ha sorpreso molti nel 2013 scegliendo un nome mai adottato prima da un capo della Chiesa. Rendendo omaggio a san Francesco d’Assisi, difensore dei poveri e autore del Cantico delle creature nel XIII secolo, ha associato il proprio pontificato alla pace, alla fraternità, alla difesa dei più vulnerabili e della “casa comune”. Nel corso dei secoli, fa i conti ancora Radio France Internationale, alcuni nomi sono stati scelti più frequentemente di altri: il più usato è Giovanni (23 volte), seguito da Gregorio e Benedetto (16), Clemente (14), Leone e Innocenzo (13) e Pio (12).
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