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Bancali, rifiuti e degrado al Pirgo: «È questo lo spettacolo per i turisti che arrivano a Civitavecchia?»

CIVITAVECCHIA – Ancora proteste per il degrado che colpisce alcune delle aree più amate e frequentate di Civitavecchia. A scatenare l’ennesimo appello è un cittadino che, attraverso i social, ha denunciato la situazione di totale abbandono in cui versa il Pirgo, a meno di un mese dall’inizio della stagione balneare. Le immagini e le segnalazioni parlano da sole: bancali abbandonati – gli stessi segnalati da settimane – non solo non rimossi, ma addirittura raddoppiati; mucchi di immondizia tra bottiglie di vetro, bicchieri di plastica, rami portati dal mare e i bagni chiusi per lo stato in cui sono stati lasciati, tutto condito da erbacce e transenne arrugginite. «Tra dieci giorni dovrò montare le strutture – scrive un operatore – ma è questo lo spettacolo che dobbiamo offrire ai turisti? Noi preghiamo tutti i giorni: dacci una mano. Ma si può tenere una situazione così? Chi deve intervenire?». Il riferimento, chiaro, è rivolto al Sindaco Piendibene e agli uffici competenti. A nulla sono valse, finora, le ripetute segnalazioni pubbliche. Il Pirgo, una delle poche spiagge cittadine, rischia di trasformarsi in una discarica a cielo aperto, nonostante la vicinanza con il centro e il flusso crescente di crocieristi che proprio in quell’area si affacciano sul mare per la prima volta. «I turisti che scendono dalle navi, quei pochi che rimangono a Civitavecchia – prosegue – devono vedere questo schifo?». Non si tratta solo di “immagine”, ma di sicurezza pubblica. Eppure basterebbe poco: leggere i commenti, rispondere ai cittadini, intervenire con più prontezza. I post, infatti, raccolgono decine e decine di commenti indignati e segnalazioni collaterali. Una banca dati spontanea, nata dal basso. Intanto, la task force annunciata per il 19 e 20 maggio alle casette di legno a San Liborio, voluta da CSP, viene guardata con ironia da alcuni cittadini: «Aspettiamo che arrivino anche al Pirgo», si legge tra i commenti. L’auspicio è che quel modello possa essere replicato, magari con la stessa tempestività anche in zone centrali. Per ora, però, resta lo sdegno. E una semplice domanda, rilanciata sui social: «Ma questa città, chi la deve pulire?». Insomma, se da un lato è certo necessaria maggiore accortezza da parte di locali e clienti, dall’altra servirebbe sicuramente una maggiore vigilanza e, dove impossibile, interventi tempestivi per ripristinare la pulizia e il decoro dell’area. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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