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ROMA – Notte di scontri a Tripoli. La capitale della Libia è stata scossa da numerosi colpi d’arma da fuoco in seguito all’uccisione di Abdel Ghani al-Kikli, capo della milizia Ssa (Stability Support Authority). Lo riportano i media libici. Il comandante sarebbe stato ucciso nel quartier generale della 444a Brigata di combattimento, come spiega Al Wasat citando una fonte. Non è chiaro se fosse stato attirato in un’imboscata con l’invito a partecipare a un incontro. L’ordine sarebbe stato emesso dal comandante Mahmoud Hamza.
Secondo quanto scrive The Lybia Observer su X: “Il Ministero della Difesa annuncia la fine dell’operazione militare a Tripoli e il Primo Ministro Abdul Hamid Dbeibah elogia i Ministeri degli Interni e della Difesa per la vittoria, affermando che si è trattato di un’operazione volta a porre fine ai gruppi armati irregolari per ripristinare il controllo e l’ordine dello Stato”.
UNSMIL: “RIPRISTINARE LA CALMA”
Il ministero dell’Interno aveva invitato i cittadini delle zone occidentali di Tripoli a rimanere nelle proprie case per la loro sicurezza. Le Nazioni Unite, invece, hanno chiesto un’urgente de-escalation nella capitale libica: “L’UNSMIL è allarmata dalla situazione di sicurezza in evoluzione a Tripoli, con intensi combattimenti con armi pesanti in aree civili densamente popolate. La Missione invita tutte le parti a cessare immediatamente i combattimenti e a ripristinare la calma, e ricorda a tutte le parti il loro obbligo di proteggere i civili in ogni momento. Gli attacchi contro civili e obiettivi civili possono costituire crimini di guerra. L’UNSMIL sostiene pienamente gli sforzi degli anziani e dei leader della comunità per ridurre l’escalation della situazione”
CHI ERA GHENIWA
Lo scorso marzo, marzo Gheniwa era stato a Roma per fare visita a Adel Juma, ministro dell’Interno ricoverato allo European Hospital dopo avere subito un attentato. Secondo quanto scritto da Refugees in Libya: “Gheniwa era uno dei comandanti di milizia più temuti nell’ovest della Libia ed è stato a lungo accusato da organizzazioni locali e internazionali per i diritti umani, tra cui Amnesty International, di gravi abusi, tra cui torture, sparizioni forzate ed esecuzioni extragiudiziali”.
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