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Gaza, Cecilia Strada: “L’Europa non fa niente per fermare Israele”


ROMA – “Da mesi continuiamo a chiedere la sospensione dell’accordo tra l’Ue e Israele nonché la protezione del lavoro della Corte penale internazionale, che è sotto attacco a causa delle sanzioni degli Stati Uniti. La Commissione europea potrebbe fare qualcosa e invece non fa nemmeno questo. Noi come europarlamentari proviamo quindi una grande frustrazione, perché non riusciamo a usare tutte le leve per fermare quello che Israele sta facendo a Gaza e in Cisgiordania”. Lo dichiara Cecilia Strada, europarlamentare del Pd e del gruppo S&D, che parteciperà dal 15 al 19 maggio alla Carovana Solidale ‘Gaza oltre confine’, un evento promosso dall’Intergruppo parlamentare per la pace in Israele e Palestina e dalle realtà della società civile, tra cui Aoi, Arci e Assopace Palestina.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione a Roma presso la sede dell’Fnsi, in video collegamento Strada ha ricordato i morti di Gaza dal 7 ottobre 2023 ma ha anche esortato a “non dimenticare i quasi 120mila feriti: è stato calcolato che alla velocità attuale” dei permessi concessi da Israele, “ci vorranno sei anni per portarli fuori tutti dalla Striscia, per ricevere cure adeguate”. Persone che hanno riportato “danni gravi, anche permanenti, che cambieranno per sempre le loro vite”.Inoltre, aggiunge, “anche se l’assedio su Gaza finisse, oggi le persone continuerebbero a morire tanto sono pesanti le conseguenze del blocco implementato da Israele dal 2 marzo” all’ingresso di cibo, acqua, corrente elettrica e medicinali.

GIOVEDÌ RIPARTE DALL’ITALIA LA CAROVANA ‘OLTRE CONFINE’

Dopo quattordici mesi, la Carovana Solidale ‘Gaza oltre il confine’ – la più numerosa mai arrivata a Rafah – riparte, dal 15 al 19 maggio. Una delegazione mista di oltre 60 persone, composta da 14 parlamentari dell’Intergruppo per la pace tra Israele e Palestina, 3 eurodeputati, 13 giornaliste e accademici ed esperte di diritto internazionale si recherà al Valico di Rafah, sul lato egiziano del confine con Gaza, per tornare a chiedere il cessate il fuoco, l’apertura di tutti i valici all’ingresso di aiuti umanitari e azioni politiche che obblighi Israele a rispettare il diritto internazionale umanitario.”A marzo 2024, raggiungevamo il valico, che ci separava dalla città palestinese di Rafah, che ospitava 300mila abitanti insieme a centinaia di migliaia di profughi, oggi non esiste più. Israele l’ha distrutta e occupata e la chiama ‘comfort zone militare'”, avverte Alfio Nicotra, dell’esecutivo di Aoi, l’associazione delle Ong italiane, che con Arci e Assopace Palestina ha promosso la conferenza stampa di presentazione presso la sede romana della Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi).”Gaza è un campo di concentramento a cielo aperto”, continua Nicotra, “dal 2 marzo non passa neanche uno spillo, è la situazione più grave dal 7 ottobre 2023. Fame, sete e malattie stanno uccidendo e questo è un altro crimine contro l’umanità. Non dimentichiamo gli ostaggi israeliani, ma i conflitti si superano col dialogo. Come Aoi, partiamo anche per rendere un tributo ai nostri colleghi: centinaia di operatori umanitari uccisi, diventati target negli ospedali, scuole o campi profughi”.

Una carovana che “parte con la consapevolezza” che, a 19 mesi dall’inizio dell’operazione militare israeliana su larga scala, “la comunità internazionale tra cui Ue e Italia, non ha fatto niente, anzi, si è andati nella direzione di sostenere Israele”, afferma Luisa Morgantini, presidente di Assopace Palestina, che continua: “dobbiamo chiedere che l’Ue sospenda l’Accordo di associazione Ue-Israele, che si smetta di vendere armi a Israele e si smetta anche di ospitare con tutti gli onori i vertici del governo di Tel Aviv”, che secondo Morgantini “sostengono la politica genocidiaria”.”Questa seconda Carovana è cresciuta e può squarciare quel velo di ipocrisia che non ha più giustificazioni”, aggiunge Walter Massa, Presidente di Arci nazionale, secondo cui anche in Italia si vive un clima “di inaccettabile repressione dell’attivismo. Penso alla giovane attivista identificata al Giro D’Italia solo perché sventolava la bandiera palestinese”.Durante la missione, la delegazione incontrerà attivisti palestinesi, operatori umanitari, agenzie internazionali e delle Nazioni Unite, per raccogliere testimonianze dirette dai sopravvissuti e da chi da oltre 18 mesi lavora al fianco della popolazione civile, tanto a Gaza quanto in Cisgiordania.
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