(Adnkronos) – A una settimana dal question time in Senato, per Giorgia Meloni arriva un nuovo ‘round’ alla Camera. Oggi la premier è attesa a Montecitorio per rispondere ai quesiti di opposizione e maggioranza su temi che spaziano dalla sanità al piano di riarmo europeo, passando per la sicurezza e per la drammatica situazione a Gaza. Il Pd di Elly Schlein interrogherà la presidente del Consiglio sul problema delle liste d’attesa, chiedendo al governo quali misure urgenti intenda adottare affinché il Servizio sanitario nazionale “non sia smantellato”.
Sul tema delle liste d’attesa, l’esecutivo è intervenuto con un decreto legge approvato nel luglio 2024, che prevede misure come l’istituzione di un Cup unico regionale o interregionale e l’implementazione di una piattaforma nazionale per il monitoraggio dei tempi. Tuttavia, Meloni ha ribadito che la gestione operativa delle liste d’attesa non rientra tra le competenze del governo, richiamando le Regioni alle proprie responsabilità: “Noi ogni anno stanziamo delle risorse che non gestiamo per le liste di attesa, le gestiscono le Regioni. Ma per le opposizioni la responsabilità è tutta del governo”. L’esecutivo ha proposto l’introduzione di poteri sostitutivi per intervenire direttamente in caso di inefficienze regionali, ma la proposta ha incontrato resistenze da parte delle Regioni, preoccupate da un possibile commissariamento. Se, da un lato, i dem puntano il dito contro i tagli, denunciando come la spesa pro capite italiana sia inferiore del 53% rispetto a quella tedesca e del 42% rispetto a quella francese, dall’altro Meloni ha più volte rivendicato l’incremento dei fondi alla sanità pubblica durante il proprio mandato: “Non ci sono mai state così tante risorse”.
Il piano ReArm Eu sarà al centro dell’interrogazione di Giuseppe Conte. Il leader del M5S esorterà la premier a ritirare il sostegno italiano al progetto di riarmo europeo, chiedendo di destinare quelle risorse a settori come sanità e istruzione. Da parte sua, Meloni ha sempre sostenuto la necessità di rafforzare l’impegno economico in materia di difesa, sottolineando che ciò “non vuol dire semplicemente occuparsi di potenziare gli armamenti”, ma anche investire nella sicurezza dei confini, nella lotta al terrorismo e nel controllo del cyberspazio, come affermato durante un recente ‘premier time’ a Palazzo Madama.
La presidente ha inoltre confermato che nel corso del 2025 l’Italia raggiungerà il target del 2% del Prodotto interno lordo da destinare alla difesa, in linea con l’impegno assunto dai Paesi membri della Nato nel vertice di Washington del 2014. Non è escluso che Meloni possa tornare a ribadire quanto già dichiarato in passato, ossia che fu proprio Giuseppe Conte, da premier, a incrementare la spesa militare, pur affermando di condividere l’obiettivo di rafforzare la difesa nazionale.
Accusata da una parte delle opposizioni di “tacere” sulla strage di civili a Gaza, Meloni sarà chiamata a rispondere a un’interrogazione di Alleanza Verdi Sinistra, che chiederà alla leader di Fdi di condannare l’operato di Benjamin Netanyahu, arrivando anche a valutare il richiamo dell’ambasciatore italiano in Israele. La presidente del Consiglio ha più volte espresso preoccupazione per la situazione nella Striscia: sia nel bilaterale di fine aprile con il presidente turco Erdogan, sia nel vertice di lunedì con il premier greco Mitsotakis, Meloni ha ribadito il sostegno italiano agli sforzi dei Paesi Arabi per delineare un piano di ricostruzione “credibile” di Gaza e per tracciare un quadro regionale di pace che, secondo lei, deve necessariamente includere la prospettiva dei due Stati.
Italia Viva, con Maria Elena Boschi, tornerà a sollevare il tema delle riforme, questa volta in chiave economica, chiedendo di elencare “le tre principali riforme in ambito economico che il governo intende adottare per fronteggiare l’attuale congiuntura economica”. Il rilancio della competitività e del settore automotive sarà invece il focus dell’interrogazione firmata da Matteo Richetti, di Azione. La scorsa settimana Meloni ha affrontato la crisi del settore automobilistico, puntando il dito contro “le follie ideologiche di una transizione ecologica incompatibile con la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi”, e si è detta disponibile a valutare, insieme alla Commissione Ue, l’inclusione di Transizione 5.0 e Industria 4.0 nella revisione del Pnrr.
Per quanto riguarda le interrogazioni presentate dalla maggioranza, Meloni sarà chiamata a rispondere in merito alle misure allo studio del governo per la tutela delle forze dell’ordine (Lega), alla riforma del Green Deal (Forza Italia) e al contrasto al disagio giovanile (Fratelli d’Italia), mentre Noi Moderati – come il Pd – accenderà nuovamente i riflettori sul tema delle liste d’attesa. (di Antonio Atte)