VENEZIA- “Il rischio zero in montagna non esiste” e sulle Dolomiti bellunesi vogliono che il concetto sia ben chiaro e ‘visibile’. In Veneto il tema degli imprudenti e degli escursionisti impreparati che poi chiedono aiuto è molto sentito; Luca Zaia, presidente della Regione, ha anche detto di voler valutare un aumento dei costi a carico delle persone soccorse. Sulle Dolomiti Bellunesi si punta a “informare per proteggere” con un progetto che inizia la sua divulgazione sulla piattaforma Visit Dolomiti Bellunesi. Si chiama “Montagna Consapevole” l’iniziativa lanciata la Fondazione Dmo Dolomiti Bellunesi, con la Provincia di Belluno, Agrav, Ulss 1 Dolomiti, Cai Veneto, Fondazione Dolomiti Unesco, Guide alpine del Veneto e Soccorso Alpino e Speleologico delle Dolomiti Bellunesi. Una iniziativa rivolta a tutti coloro che frequentano la montagna per “promuovere una cultura della responsabilità, della preparazione e della responsabilità e della preparazione”.
ONLINE DECALOGO DI BUONE PRATICHE SIA PER L’ESTATE CHE PER L’INVERNO
Il progetto, in questa prima fase, prende forma nel portale di promozione turistica visitdolomitibellunesi.com: i turisti o i vacanzieri che lo navigano troveranno da oggi su ogni pagina un riquadro che rimanda alla sezione “Montagna Consapevole”. E qui c’è un decalogo di buone pratiche valido tutto l’anno, seguito da due aree tematiche -una per l’estate e una per l’inverno- che approfondiscono i principali aspetti della frequentazione consapevole: dalla lettura dei bollettini meteo e valanghe alla scelta dell’attrezzatura corretta, dalla conoscenza dei propri limiti, all’importanza di rivolgersi a professionisti come guide alpine e accompagnatori di media montagna. Tutti i contenuti sono in tre lingue.
“LA MONTAGNA È BELLA MA PER DEVI CONOSCERLA PER VIVERLA DAVVERO”
Il progetto ‘Montagna consapevole’ nasce da un’idea semplice ma fondamentale: promuovere un approccio prudente e rispettoso alla montagna, tutelando chi la frequenta”, dice Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno. L’ispirazione è arrivata dalle buone pratiche avviate in Trentino e la si è declinata mettendo insieme istituzioni, associazioni, professionisti e comunità “per costruire una montagna più accogliente e consapevole”. Valentina Colleselli, direttrice della Fondazione Dma Dolomiti Bellunesi, sottolinea il ruolo chiave della comunicazione turistica: ovvero, si racconta e promuove la montagna “come un luogo di straordinaria bellezza e libertà, ma è necessario conoscerla per viverla davvero. ‘Montagna Consapevole’ invita tutti coloro che scelgono le Dolomiti Bellunesi a fare una riflessione. Che sia estate o inverno, la preparazione, la prudenza e l’ascolto dell’ambiente sono fondamentali per muoversi”. La montagna non deve essere solo “un’esperienza estetica, ma anche consapevole. Solo così si torna a casa con ciò che davvero conta: bei ricordi, emozioni autentiche e nessun rimpianto”.
LE DOMANDE ‘GIUSTE’ DA FARSI PRIMA DI PARTIRE
Il Soccorso alpino bellunese benedice il tutto: ben venga “la diffusione di comportamenti di prudenza e buon senso”, approva Michele Titton. “La montagna è uno spazio straordinario di libertà, bellezza e scoperta. Ma non è priva di rischi: per viverla in modo autentico e sicuro, servono conoscenza, preparazione e rispetto. Ogni escursione, ogni camminata o salita, in estate come in inverno, comporta incognite. Le condizioni possono cambiare rapidamente, il terreno può essere insidioso, la fatica sottovalutata”, dice Roberto Bressan, presidente delle Guide Alpine del Veneto Prima di partire ci si deve chiedere: “Conosco davvero il percorso? Sono preparato? Ho con me l’attrezzatura giusta? E, soprattutto, sono consapevole dei miei limiti e di quelli di chi è con me? Esistono dei professionisti della montagna, guide alpine e accompagnatori di media montagna, a cui sarebbe utile far riferimento per chiedere informazioni sul percorso o per farsi accompagnare in sicurezza?”. Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 1 Dolomiti, osserva: “Chi vive, anche per un breve periodo di vacanza, in montagna, conosce e sperimenta i benefici di salute che derivano dallo stare a contatto con un contesto ambientale e sociale straordinario. La montagna però, se affrontata senza consapevolezza e senza preparazione, è potenzialmente ‘rischiosa’, specie per alcune attività ‘estreme’”.
I RIFUGISTI: NOI AIUTIAMO, MA BISOGNA PREPARARSI ‘A VALLE’
Per il presidente del Cai Veneto, Francesco Abbruscato, fare prevenzione come la fa “Montagna consapevole” ha il “valore aggiunto” di “trovare un linguaggio comune tra tutti coloro che si occupano di questi temi, per mandare messaggi univoci e quindi maggiormente efficaci”. Chiude il coro Mario Fiorentini, presidente dell’Associazione rifugi del Veneto: “Muoversi in montagna deve essere frutto di un attento e approfondito cammino che non può prescindere dalla conoscenza di tutti i molteplici fattori che lo caratterizzano”. I gestori dei rifugi accolgono e informano ma su sentieri, ferrate e trekking, ma “informazione e formazione devono necessariamente partire a ‘valle’.
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