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Da Calcutta a Bologna, ecco la moda etica degli slums indiani con “I was a sari”


BOLOGNA – Arriva a Bologna un progetto di moda etica e nata negli slums delle grandi metropoli indiane. “I Was a Sari” e “Soruka” sono due progetti nati tra Mumbai e Calcutta e hanno in comune la stessa filosofia: prendere qualcosa che sarebbe uno scarto, un rifiuto, per dargli nuova vita attraverso il lavoro artigianale. “Soruka” e “I was a sari” sono “due perfetti esempi di upcycling”, spiega Valeria Roberti, presidente di ExAequo (la cooperativa sociale-bottega del mondo che promuove il commercio equo e solidale e l’economia solidale a Bologna): “Li accomuna, oltre al contesto rappresentato dagli slums delle grandi metropoli indiane, la filosofia che li anima: trasformare in modo creativo vecchi sari dismessi, che si accumulano a tonnellate nei mercati del second hand delle città, e scampoli e altri scarti generati dall’industria del pellame, che finirebbero dritti in discariche a cielo aperto o bruciati”.

TOCCARE (E GUSTARE) PER CREDERE

Per toccare (letteralmente) con mano questi progetti, l’appuntamento è per venerdì 23 maggio alla Casa di Quartiere Scipione Dal Ferro dalle 18.30 di Bologna. Qui ExAequo inaugura una nuova stagione di serate conviviali in cui combina la buona cucina con ingredienti bio e fair trade al racconto di storie di produttori e progetti. Il primo appuntamento propone un viaggio multisensoriale alla scoperta del lato sostenibile e sorprendente del continente indiano: attraverso sapori e colori della tradizione culinaria, protagonista del menù della cena, ma appunto anche con le storie di “I Was a Sari” e “Soruka”. Di queste esperienze che hanno combinato imprenditorialità, finalità sociale e sostenibilità ambientale, parleranno Consuelo Funari, dello styling team di “I Was a Sari”, e David Cambioli, presidente della cooperativa ferrarese Altraqualità che distribuisce in Italia i prodotti a marchio Soruka.

L’INSTALLAZIONE MULTISENSORIALE CON STOFFE E PELLAMI

Realtà come “I was a sari” e “Soruka” dimostrano “che una moda consapevole non è solo possibile, ma necessaria. Per i consumatori, per il pianeta sempre più sopraffatto dalle conseguenze dal predatorio sistema del fast fashion e per i lavoratori e le lavoratrici coinvolti nella catena di produzione e fornitura”, aggiunge Valeria Roberti. Durante tutta la serata sarà visitabile un’installazione sensoriale di cui saranno protagonisti le stoffe e i pellami usati come materie prime dagli artigiani dei due progetti, che si potranno letteralmente toccare con mano immergendosi nelle storie e nelle vite delle persone che li trasformano.La parte più conviviale dell’evento è una cena prevista per le 20.30, composta da piatti di ispirazione indiana preparati dal catering di ExAequo, che propone una cucina “consapevole e vegetale” partendo da materie prime di filiera fair trade, come il riso basmati coltivato da famiglie di piccoli produttori in una zona incontaminata alle pendici dell’Himalaya. Il talk e l’installazione sono ad ingresso libero, per la cena è prevista una quota di 25 euro a persona bevande escluse (10 euro per bambini/e) ed occorre iscriversi entro il 21 maggio tramite un form disponibile sul sito www.exaequo.bo.it. L’iniziativa è realizzata con il contributo della Regione Emilia-Romagna e fa parte di Bologna Estate 2025.
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