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Roma

“I boss continuano a parlarsi dal carcere, e non riusciamo a fermarli”


ROMA – “Le comunicazioni fra i mandamenti mafiosi oggi avvengono anche all’interno delle carceri: c’è un grosso problema di comunicazioni che non riusciamo a interrompere”. Lo ha detto il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, intervistato sul palco del Museo del presente, nel giorno in cui si ricordano i 33 anni dalla strage di Capaci.

“La Cupola non è tornata ma esiste una capacità dell’organizzazione mafiosa di rigenerarsi. Oggi i mafiosi usano i telefoni criptati e dialogano sul web – ha spiegato -, questo non vuol dire che esista una strategia complessiva, come quella che un vertice può dare, ma tutto questo consente all’organizzazione di continuare a vivere in maniera sistematica e orizzontale”.

“Con gli arresti colpiamo un mandamento ma ogni volta gli affari proseguono e vengono gestiti da altri. I numeri che riguardano le nostre operazioni sono costanti: il dato più inquietante sono il continuo riciclo e la capacità di reclutare nuovi soggetti da parte di Cosa nostra. La capacità di fascinazione di Cosa nostra in alcuni quartieri e in alcune parti del territorio è intatta e non è cambiata: questo, però, non è compito della magistratura o delle forze di polizia ma dell’intera società”

E sui cambiamenti strutturali della mafia ha parlato anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “In 40 anni è successo qualcosa che non solo è stata una grande affermazione di legalità e giustizia, formale e sostanziale, ma è stata una grande rivoluzione culturale. In 40 anni sono cambiate molte cose, la mafia tende a sparare meno e a spargere meno sangue ma non è per questo meno pericolosa e insidiosa, perchè ormai ha trasformato la sua linea di azione in una maniera molto pervasiva tesa a inquinare i circuiti economici legali, a riciclare i grandi proventi nel traffico internazionale di droga, a contaminare le istituzioni pubbliche, le principali stazioni appaltanti, quindi è fortemente sfidante e fortemente impegnativa anche da questo. C’è stata una trasformazione. Dobbiamo stare molto attenti quindi a quelle che sono le espressioni moderne. La mafia tende a inquinare i meccanismi della vita istituzionale, questo è un tema sensibile, lo andiamo a toccare quando sciogliamo i comuni per infiltrazioni”.
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