ROMA – L’amministrazione di Trump sospende i colloqui per i visti studenteschi e valuta l’estensione dei controlli sui social media. È l’ultimo attacco alle università, molte delle quali dipendono fortemente dagli studenti stranieri per i finanziamenti. A rivelarlo è Politico, quotidiano statunitense, secondo cui il governo trumpiano sta valutando l’obbligo, per tutti gli studenti stranieri che intendono fare domanda di studio negli Stati Uniti, di sottoporsi a un controllo sui social media: si tratta, chiarisce la testata, di “un’espansione significativa rispetto alle precedenti iniziative in tal senso”, ovvero controlli sui social limitati a studenti individuati come partecipanti alle proteste contro le azioni di Israele a Gaza.
L’ORDINE, A FIRMA DI RUBIO, INVIATO AD AMBASCIATE E CONSOLATI
In vista di questo iter di verifica obbligatorio, l’amministrazione sta prescrivendo alle ambasciate e alle sezioni consolari statunitensi di sospendere la programmazione di nuovi colloqui per i richiedenti di visto per studenti: a confermarlo, secondo il quotidiano, sarebbe un cablogramma di cui è venuto in possesso, datato martedì e firmato dal Segretario di Stato Marco Rubio. Questo il testo riportato del messaggio: “Con effetto immediato in preparazione di un’espansione dei controlli e delle verifiche obbligatorie sui social media, le sezioni consolari non dovrebbero aumentare la capacità di appuntamenti per i visti per studenti o visitatori di scambio, fino a quando non saranno emanate ulteriori linee guida dal Dipartimento di Stato che prevediamo nei prossimi giorni”.
GLI EFFETTI
Politico spiega poi quali effetti ha un dispositivo di questo tipo: “Se l’amministrazione attuasse il piano, potrebbe rallentare notevolmente l’elaborazione dei visti per studenti- si chiarisce- Potrebbe anche danneggiare molte università che fanno in larga parte affidamento sugli studenti stranieri per rimpinguare le proprie casse”.
Queste misure per i visti studenteschi si aggiungono a una serie di provvedimenti e regole che hanno preso di mira le università più prestigiose degli Usa, tra cui Harvard, considerate troppo progressiste e permissive, incapaci di fermare l’ondata di antisemitismo nei campus. Di pari passo, vanno le misure nazionali repressive sull’immigrazione che stanno coinvolgendo anche gli studenti.
“AZZERARE I CONTRATTI FEDERALI CON HARVARD”
In particolare, non si ferma la battaglia intrapresa dall’amministrazione centrale contro Harvard: Secondo quanto riportano alcune testate americane, il governo è pronto ad annullare tutti i contratti federali con l’ateneo di Cambridge, nel Massachusetts. Non solo: secondo il New York Times il taglio previsto è di altri 100 milioni di dollari, che si aggiungono ai 3,2 milioni di fondi congelati il mese scorso. Il quotidiano infatti riferisce i contenuti di una lettera inviata dalla Casa Bianca alle agenzie federali, in cui si chiede di “trovare fornitori alternativi” all’ateneo di Harvard per i servizi futuri. Il presidente di Harvard, Alan Garber, ha denunciato la misura come “illegale e ingiustificata”. La battaglia governo- università andrà avanti nei tribunali: diversi atenei hanno avviato diverse cause legali per ottenere il ripristino dei fondi e del diritto di accogliere studenti stranieri.
Trump administration is poised to direct federal agencies to cancel their remaining contracts with Harvard University https://t.co/yUWqrnThmf— CNN Breaking News (@cnnbrk) May 27, 2025
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