ROMA – Uno sport nato nei primi anni 80 che permette a chi lo pratica di godere di un panorama mozzafiato. Si tratta del parasailing o paracadute ascensionale che si pratica attaccati a un paracadute tondo gonfiato dal vento e trainato da una barca a motore, la velocità della barca e il vento sollevano il paracadute in aria e permettono al passeggero di godere del paesaggio.
Purtroppo il parasailing è salito agli onori della cronaca in questi giorni per la morte di una giovane di 19 anni che, forse, per un attacco di panico, si è sganciata l’imbracatura e il giubbotto di sicurezza del paracadute. Il video che ha fatto il giro dei social e del web mostra proprio gli ultimi anni della ragazza che si getta nel vuoto.
Ma il parasailing è un’attività pericolosa? La possono praticare tutti? A quanto si apprende sui siti delle società che gestiscono l’attività sportiva non è assolutamente pericoloso, si pratica principalmente d’estate (da giugno a settembre in buone condizioni meteo) e non ci sono limiti di età per praticarlo, lo possono fare anche i minori accompagnati (previa autorizzazione dei genitori, ovviamente).
Come funziona l’attività? Dopo un briefing dell’istruttore e dello skipper per spiegare le modalità su come indossare l’imbracatura, come comportarsi in volo e cosa fare in caso di emergenza, si indossa l’attrezzatura obbligatoria che include il giubbotto di salvataggio e l’imbragatura regolata con cura, e ci si siede sul ponte di volo. Si può raggiungere anche un’altezza di 100 metri e il volo dura più o meno 15 minuti. Lo skipper alla fine riporta il o i passeggeri a riva facendoli prima atterrare dolcemente sul piano di volo. Il parasailing si può praticare in singolo, doppio o triplo.
In Italia il parasailing si partica principalmente sulle coste del Sud, su quelle della Sardegna e sui laghi del Nord Italia come quello di Garda.
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