ROMA – Nessun segno di violenza sulla madre, un colpo sospetto alla nuca per la neonata, ma anche un possibile strangolamento: l’autopsia effettuata sui due corpi senza vita trovati sabato sera tra le erbacce a villa Dora Pamphili, nella Capitale, non svela fino in fondo cosa è successo a questa donna e alla sua piccola di 5 mesi. Per la Procura al momento quello che è avvenuto resta un duplice omicidio aggravato.
CACCIA ALL’UOMO
Un finale inspiegabile per la vita di entrambe di cui ancora non si conoscono i nomi. Si sa che la donna, di circa 40 anni, il cui corpo è stato ritrovato nascosto in un sacco nero, era una senzatetto di origine rumene che da qualche settimana trascorreva la notte nei giardini della villa, sfruttando un tratto di inferriata parzialmente abbattuta, insieme alla bambina e ad un uomo, con cui formavano una sorta di nucleo familiare. È sull’uomo, avvistato più volte da alcuni testimoni, che si concentra l’attenzione degli inquirenti e che tutti stanno cercando, ancora senza esito. Per la Procura al momento quello che è avvenuto resta un duplice omicidio aggravato.
COSA SI SA
Secondo l’esito dell’autopsia, effettuata all’Istituto di Medicina legale dell’Università Cattolica, la donna è deceduta almeno quattro ore prima della bambina, la morte risalirebbe almeno a venerdì sera, se non prima: non si esclude per un malore in seguito a una sospetta intossicazione da approfondire. Ma anche un soffocamento “dolce”, senza cioè strangolamento, è plausibile. L’uomo avrebbe poi tenuto la neonata con sé fino ad abbandonarla senza vestiti, a duecento metri da dove è stata ritrovata la donna. Non è chiaro se fosse già morta o ancora in vita e magari l’uomo sperasse che qualcuno la trovasse.
IL ‘NUCLEO FAMILIARE’ INVISIBILE
Alcune testimonianze legano infatti la presenza della donna e della piccola a un uomo, visto aggirarsi insieme nella porzione di parco dove sono stati ritrovati i corpi. Insomma, la chiave di volta per capire cosa sia successo potrebbe arrivare solo dall’uomo di cui si sono perse le tracce: almeno una sua impronta sarebbe rinvenuta sul sacco che nascondeva la donna, ma al momento non ci sarebbero riscontri certi nella banca dati della polizia, dove sono archiviati i nomi dei pregiudicati.
FORSE LA NEONATA È STATA STRANGOLATA
Più difficile il rilevamento delle impronte della donna, recuperata in avanzato stato di decomposizione e della quale comunque non ci sono memorie in archivio. La piccola è stata ritrovata senza vestiti ma avvolta in una coperta, come se dormisse. I lividi e le escoriazioni su di lei sono compatibili con il tempo passato tra rami e spine. Oltre all’ematoma della testa, le ultime indiscrezioni sull’esito dell’esame autoptico, ipotizzano che la bimba sia stata strangolata. Saranno inoltre necessari ulteriori accertamenti istologici per chiarire le cause della sua morte.
I pezzi del puzzle comunque piano piano aumenteranno: per oggi si attende l’esito dell’esame del dna che dovrebbe confermare il legame materno tra le due vittime. Sono stati anche disposti esami tossicologici sul cadavere della donna che potrebbero aiutare a capire meglio la causa della sua morte, ma per l’esito occorrerà aspettare circa un mese. Infine, poco aiuto è arrivato da altri senzatetto che gravitano in quell’area: gli investigatori hanno mostrato le foto dei cadaveri, ma nessuno ha saputo dare loro un nome. La ricerca della loro identità continua anche negli archivi delle persone scomparse e tra le persone in stato di difficoltà sociale censite in passato in altri quartieri.
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