BOLOGNA – “L’Europa non si pieghi all’autoritarismo. Non collabori. Non sia complice della ‘democrazia illiberale’ di Orbán. Non sulla mia pelle. Non dopo tutto quello che ho già subito”. È l’appello di Ilaria Salis al parlamento europeo che tra pochi giorni dovrà votare sulla revoca della sua immunità parlamentare chiesta dal regime di Victor Orban, primo ministro dell’Ungheria, dove Ilaria Salis è rimasta in carcere più di un anno con l’accusa di aver partecipato all’aggressione a due militanti di estrema destra. La richiesta di revoca dell’immunità parlamentare è legata proprio al processo che Ilaria Salis potrebbe trovarsi ad affrontare. “Non è solo un voto che riguarda me, è un voto che riguarda l’Europa e la democrazia. Ponetevi questa domanda, con onestà: può davvero esistere un processo giusto ed equo sotto un regime autoritario? Non si tratta di destra o di sinistra, si tratta di democrazia. Difendere la mia immunità non significa difendere me, non si è trattato e non si tratta di sottrarsi alla giustizia. Difendere la mia immunità significa difendere la libertà di parola e di espressione, il diritto di opposizione, l’indipendenza del potere legislativo e lo stato di diritto, significa difendere la libertà politica , significa difendere non la forma ma la sostanza viva della democrazia”, dice ancora Salis.
“CHI VOTA DEVE DECIDERE SE CONSEGNARE UN COLLEGA A UN REGIME AUTORITARIO”
E prosegue: “L’Europa deve decidere se stare dalla parte dello stato di diritto o dalla parte dell’autoritarismo. Se la commissione il 24 giugno, e poi la plenaria i primi di luglio, dovessero votare per la revoca si riaprirebbe il processo a mio carico in Ungheria. Da Budapest potrebbe venire emesso un mandato di cattura e potrei essere arrestata in Italia o a Bruxelles, mentre sono al lavoro. Chi sarà chiamato a votare dovrà assumersi la responsabilità morale e politica di decidere se consegnare una collega nelle mani di un regime autoritario, la responsabilità storica di decidere se in Europa debba prevalere l’autoritarismo oppure la democrazia. a voi la scelta”.
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LA STORIA DI ILARIA SALIS
Ilaria è stata rinchiusa in un carcere di massima sicurezza di Budapest dall’11 febbraio 2023, giorno in cui venne arrestata, al 14 giugno 2024, giorno in cui venne liberata dopo essere stata eletta parlamentare europea con Avs. Ilaria Salis, che di professione faceva la maestra alle elementari ed è sempre stata un’attivista antifascista, venne candidata dopo che il suo caso esplose a livello italiano ed europeo. In particolare, le immagini di Salis in catene (sia alle mani che alle caviglie) e tenuta ‘al guinzaglio’ dalla Polizia penitenziaria in Tribunale a Budapest alla fine di gennaio 2024 scatenarono un’ondata di indignazione e prese il via una campagna, fatta anche di manifestazioni, per chiederne la liberazione e per sollecitare il governo a intervenire. Ma la libertà arrivò solo dopo la candidatura e l’elezione al Parlamentare europeo.
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