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Rexal Ford aveva 5 denunce per violenza negli Usa. Controllato dalla Polizia il 5 giugno con la bambina: perchè non gli è stata tolta?


BOLOGNA – Rexal Ford alias Francis Kaufmann era stato arrestato cinque volte, negli Usa, con l’accusa di violenza domestica e lesioni. Aveva anche scontato 120 giorni di carcere per aggressione con arma letale che ha causato gravi lesioni fisiche. Questi elementi – ricostruiti grazie al lavoro di intelligence della Squadra mobile con l’Fbi americano- sono contenuti nell’ordinanza di arresto firmato dal gip di Roma nell’ordinanza per il 46enne arrestato in Grecia e accusato di aver ucciso la bambina di sei/otto mesi bimba – che dovrebbe essere sua figlia – il cui corpo è stato trovato nel parco di Villa Pamphili, non lontano da quello della madre morta alcuni giorni prima.

Di questo uomo, nato in California, stanno emergendo particolari sempre più assurdi. Il suo vero nome, è stato ricostruito, non sarebbe Rexal Ford (il nome da lui stesso dichiarato alla Polizia e di cui aveva un passaporto autentico) ma Charles Francis Kaufmann. Di fatto, negli ultimi anni trascorsi tra Malta e l’Italia, l’uomo avrebbe finto di essere questo Rexal Ford, un regista realmente esistente, cercando contatti con il mondo cinematografico (anche a Roma) e millantando proprietà e contatti. Tutte menzogne, a quanto apre, visto che l’uomo nelle ultime settimane, tra maggio e giugno, ha vissuto per strada a Roma. Andando anche a mangiare alla Caritas e bivaccando, con quella che era la sua compagna, a Villa Pamphili. Ora che sia la donna che la bambina sono morte (i corpi sono stati trovati il 7 giugno, ma la bimba è di certo morta in un secondo momento), emergono una serie di testimonianze di persone che hanno visto la coppia, ridotta non in buono stato. nei giorni precedenti la tragedia e poi la fuga dell’uomo in Grecia.

IL CONTROLLO A CAMPO DE’ FIORI

Un uomo ha ricordato di aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine perchè aveva visto la coppia litigare violentemente, il 20 maggio, con l’uomo che strattonava la donna che aveva la bimba in braccio. Erano a Campo de’ Fiori ed erano circa le 22. Quella sera Ford/Kaufmann spiegò a due agenti di polizia di essere un turista americano. Disse che la bambina era sua figlia e che la donna era sua moglie. È la sera in cui gli viene scattata quella foto, diffusa la scorsa settimana da Chi l’ha visto, in cui si vede che Ford/Kaufmann ha la testa sanguinante. Lui disse alla Polizia di essersela fatta cadendo a terra. Mostrò il suo passaporto (quello intestato a Rexal Ford su ora la Polizia sta facendo accertamenti) e spiegò che la moglie non aveva i documenti.

IL LITIGIO AL MERCATO

Il 30 maggio ci fu un’altra segnalazione: la coppia fu vista litigare al mercato di via San Silverio, vicino a San Pietro. Stando al racconto di altri testimoni, la donna sarebbe stata vista viva ancora il 3 giugno. Il 5 giugno, infine, Ford/Kaufann fu fermato dal receptionist di un albergo di largo Argentina dove il 46enne stava tentando di entrare con un trolley (e la bambina) al seguito senza avere alcuna prenotazione.

IL CONTROLLO DEL 5 GIUGNO

E poi, quel pomeriggio, venne controllato per strada in via di Torre Argentina. A raccontare di questo episodio è il Messaggero, in particolare, che spiega che il 46enne sarebbe stato fermato, il pomeriggio del 5 giugno, e controllato dalla Polizia, dopo che una passante aveva allertato le forze dell’ordine avendo visto questo tipo, molto strano, che si aggirava per strada con questa bimba molto piccola. I commercianti dicono che era solo con la bimba e che appariva “molto strano”. Un testimone dice che aveva in una mano una bottiglia di vino e con l’altro braccio teneva la bambina, che indossava la tutina rosa poi trovata nella spazzatura. Un altro ha detto di averlo visto appoggiare la bambina sulla sella di uno scooter, a un certo punto. Insomma, questa situazione allucinante era stata vista da molti. E la Polizia era intervenuta dopo che evidentemente qualcuna di queste persone, allarmate, aveva chiamato.

I TESTIMONI: “LA BAMBINA STAVA MALE”

La bambina, dicono ora i commercianti della zona, quel pomeriggio appariva accaldata e denutrita. Il controllo venne fatto da quattro poliziotti che lo fermarono davanti al civico 69 di via di Torre Argentina (una zona che aveva frequentato anche con la donna, nelle settimane precedenti). È stato probabilmente l’ultimo giorno di vita della bimba. La proprietaria di una gioielleria ha raccontato al Messaggero: “La bambina stava male, aveva caldo, dal ristorante qui di fronte arrivarono con dell’acqua ma lui non permise di dargliela. Indossava gli abitini poi descritti da giornali e tv”. A quel controllo era presente una poliziotta, scrive il Messaggero, che aveva già incontrato e identificato Ford/Kaufmann in precedenza, quando c’era anche la donna. E quel pomeriggio gli ha chiesto: “Dov’è tua moglie?”. Lui ha detto che era partita. Ma come mai nessuno, dopo questo episodio, fece intervenire i servizi sociali? Come mai la Polizia lo ha lasciato andare in quelle condizioni con una bambina così piccola tenuta in quel modo?
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