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A Napoli le botteghe dei presepi espongono la Natività avvolta nella bandiera della Palestina


NAPOLI – “Noi artigiani tramandiamo da secoli il valore della pace attraverso il presepe. Non possiamo tacere. La Natività rappresenta la vita e la speranza, e oggi più che mai dobbiamo gridarlo: fermate il genocidio”. Così Vincenzo Capuano, presidente dell’associazione Le Botteghe di San Gregorio Armeno, a margine della manifestazione che oggi ha animato il centro storico di Napoli con l’esposizione, lungo la via simbolo dell’artigianato presepiale, di una natività napoletana avvolta dalla bandiera palestinese, accompagnata da uno striscione in lingua napoletana e italiana: ‘Sotto ’e bbombe moreno ’e creature. E si ce stamme zitti, murimmo pure nuje. Fermate il genocidio – Due popoli, due stati’.

Per l’associazione si tratta di un gesto di “profonda umanità e denuncia, capace di unire simbolicamente la cultura napoletana con il dramma vissuto dal popolo palestinese”.”Questa città – ha sottolineato Jamal Qaddorah, rappresentante della comunità palestinese – ci ha dato una carezza. Ma oggi, mentre qui parliamo, a Gaza sono morte altre 80 persone. Non possiamo restare in silenzio. Chi tace è complice”.

“Come sindacato e come cittadini – ha ribadito Ciro Silvestri, portavoce FISI – non possiamo non esserci. Il popolo napoletano ha una coscienza profonda e sceglie sempre di stare dalla parte giusta: quella della vita e della libertà”.

“Napoli – ha poi concluso Gigi Lista, ristoratore, attivista e blogger napoletano – ha un’anima storicamente rivoluzionaria, è sempre stata contro ogni ingiustizia. Difendere i bambini significa difendere l’umanità intera, ma anche i diritti dei popoli del mondo, dalla Palestina fino a ogni terra oppressa. Non è solo solidarietà, è un dovere morale e culturale”.

A San Gregio Armeno, “dove si celebra la vita non può esserci spazio per il silenzio davanti alla morte. I bambini non si toccano, mai”, ha rimarcato Emilio Caserta, direttore del quotidiano L’Identitario.

L’iniziativa, per gli organizzatori, “ha voluto rompere il muro dell’indifferenza e richiamare ognuno alle proprie responsabilità. L’arte presepiale, che nasce per celebrare la vita, oggi si è fatta voce contro la morte e contro ogni forma di oppressione”.
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