MO. L’ONU FA APPELLO A ISRAELE E IRAN: PROTEGGERE I CIVILI
Un appello alla de-escalation e all’avvio di negoziati diplomatici è stato lanciato da Volker Turk, Alto commissario Onu per i diritti umani, ai governi di Israele e Iran. Parlando da Ginevra, Turk ha esortato le parti al “rispetto del diritto internazionale” e alla “protezione dei civili nelle aree densamente popolate”. Turk ha condannato la tendenza globale a usare “fame e stupro come armi di guerra. Gli aiuti umanitari salvavita- ha detto- vengono ostacolati e gli operatori umanitari attaccati”. Turk ha poi chiesto: “Possiamo rischiare un conflitto di vasta portata basato sulle valutazioni e sui programmi personali dei leader?”
ASIA. CINA FIRMA ‘AMICIZIA ETERNA’ CON EX REPUBBLICHE SOVIETICHE
Il presidente cinese Xi Jinping e i capi di Stato delle cinque ex repubbliche sovietiche dell’Asia centrale hanno firmato un “trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione eterna” al termine di un vertice ad Astana, la capitale del Kazakistan, martedì 17 giugno. La firma dell’intesa, in un’area dalla metà dell’Ottocento sotto il controllo politico e l’influenza russa, conferma il ruolo chiave di Pechino nella regione. Kazakistan, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan e Kirghizistan occupano una posizione strategica tra Asia ed Europa.
KENYA. MORTE BLOGGER IN CUSTODIA POLIZIA INFIAMMA NAIROBI
Si è dimesso il generale Eliud Lagat, vice capo della polizia del Kenya, in seguito all’apertura delle indagini per la morte di Albert Ojwang, insegnante e blogger di 31 anni deceduto in custodia degli agenti due giorni dopo l’arresto a Homa Bay, nell’ovest del Paese, con l’accusa di aver diffamato il capo della polizia in un post sui social media. Oscure in un primo momento le dinamiche del decesso. A innescare le proteste a Nairobi con migliaia di partecipanti, il referto autoptico, secondo cui la causa della morte è stata una grave ferita alla testa che “la vittima non avrebbe potuto procurarsi da sola”. Dal presidente William Ruto appelli alla calma e rassicurazioni: “La mia amministrazione- ha detto il capo di Stato- proteggerà i cittadini dagli agenti di polizia disonesti”.
MO. SOZAN, ESULE IN EGITTO: IL MIO CUORE RESTA A GAZA
“Sono fuggita da Gaza sei mesi dopo lo scoppio della guerra: percorrere chilometri sulla sabbia è stato estremamente difficile, ho visto una donna che non riusciva più a spingere il marito in carrozzina, una madre temere che i soldati sparassero al figlio con disabilità mentale, a causa dei movimenti scomposti. Io stessa ho avuto un malore. I militari israeliani vedevano e non intervenivano”. Questa la testimonianza di Sozan Al-Amassi, persona con disabilità motoria oggi esule in Egitto. “Il mio cuore è a Gaza- dice- la situazione non fa che peggiorare, soprattutto per chi ha delle disabilità, perché non ha più né assistenza, né strutture attrezzate, né farmaci”. Il riferimento è alle difficoltà di ottenere cibo e medicinali e al fatto che l’80% delle strade e degli edifici della Striscia è stato distrutto dai raid di Israele.
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