ROMA – Un intervento militare diretto degli Stati Uniti al fianco di Israele contro l’Iran porterebbe a “un’altra terribile spirale di escalation”: lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov, citato dall’agenzia di stampa russa Tass.
I rischi di un ampliamento del conflitto in Medio Oriente e nell’Asia del sud-ovest è stato oggi al centro di un colloquio telefonico tra il presidente Vladimir Putin e il suo omologo cinese, Xi Jinping.
Secondo l’agenzia di stampa Novosti, i due capi di Stato hanno condannato i bombardamenti di Israele contro l’Iran e hanno chiesto una soluzione negoziata. Durante la telefonata, sempre stando ai media russi, Xi e Jinping hanno concordato di incontrarsi in Cina il 2 settembre.
XI CHIEDE CESSARE OSTILITÀ E AMMONISCE TEL AVIV
Nel corso del colloquio Xi Jinping ha rivolto un appello a “tutte le parti in conflitto, in particolare Israele, a cessare le ostilità il prima possibile”. Secondo Xi, “la comunità internazionale dovrebbe impegnarsi per calmare la situazione” e “il dialogo e il negoziato sono la via d’uscita fondamentale”. Il presidente cinese ha auspicato che il diritto internazionale sia rispettato “in modo rigoroso” e ha chiesto di “proteggere i civili nel quadro delle tensioni tra Iran e Israele”. Secondo Xi, Pechino “è pronta a continuare a migliorare la comunicazione e il coordinamento con tutti e a svolgere un ruolo costruttivo per la pace in Medio Oriente”.
CINA TRASFERISCE CONNAZIONALI DA IRAN-ISRAELE, AMMONISCE USA
Intanto più di 1.600 cittadini della Cina sono stati trasferiti dall’Iran e alcune altre centinaia da Israele: lo ha riferito un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun.
Le dichiarazioni sono state rese nel corso di una conferenza stampa. Guo ha detto che la Cina mantiene i contatti sia con l’Iran che con Israele e che invita alla de-escalation. Rispetto all’ipotesi di un coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto armato tra Tel Aviv e Teheran, il portavoce ha evidenziato che Pechino è contraria “all’uso o alla minaccia dell’uso della forza nelle relazioni internazionali”.
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