BOLOGNA – “Togliete quella bandiera, rappresenta il regime che ha ammazzato mia sorella e mio fratello”.
Duro confronto oggi pomeriggio a Bologna nel corso della manifestazione promossa dal coordinamento ‘Disarmiamoli’ contro l’intervento Usa in Iran e l’escalation in Medio Oriente.
L’attivista iraniana per i diritti delle donne Sohyla Arjmand, volto noto in città anche per le battaglie del movimento “Donna, vita, libertà”, presente in piazza Nettuno, tra le tante bandiere vede sventolare quella dell’Iran. Ma quello, per lei, è un simbolo del regime, quel regime che ha ucciso sua sorella e i suoi fratelli.
È questo che continua a ripetere, mentre si avvicina ai due militanti che la stavano sventolando, cercando di prenderla e ‘ammainarla’. Le parti sono venute a contatto tirando la bandiera da una parte e dall’altra, poi una discussione a muso duro.
Arjmand, visibilmente scossa, sostiene che “quella bandiera non ci può stare a questa manifestazione” e che i ragazzi che l’hanno portata “dovrebbero informarsi meglio” sul significato che ha sventolarla a un evento di quel tipo contro la guerra.
Niente da fare, però, perchè i manifestanti non hanno voluto sentire ragioni, continuando a sventolare la bandiera. Nel mentre, l’evento è proseguito, con il corteo che da piazza Nettuno si è indirizzato verso via Marconi, e la discussione si è conclusa bruscamente all’avvio della protesta. Al megafono, pur scagliandosi contro le azioni militari in Iran di Israele prima e degli Stati Uniti poi, un attivista grida: “Ma anche l’Iran ci fa schifo”.
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