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Ustica, Bonfietti: “45 anni dopo gridiamo forte il diritto alla verità. Questo governo? Non ha fatto nulla su alleati”


BOLOGNA – Venerdì saranno trascorsi 45 anni dalla strage di Ustica e in questa occasione “urleremo forte il nostro diritto alla verità”, dichiara Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime, partecipando oggi a Bologna alla presentazione delle iniziative organizzate per l’anniversario dell’abbattimento del Dc9 Itavia che costò la vita a 81 persone.Un appuntamento che, quest’anno, segue di pochi mesi la richiesta di archiviazione da parte della Procura di Roma dell’ultima inchiesta sulla strage. “Il dramma, il senso di impotenza, è che consegnando quelle carte- sottolinea Bonfietti- non sono riusciti a determinare gli autori materiali dell’abbattimento del Dc9. Ma crediamo siano carte importantissime. Le stiamo leggendo e mancano ancora delle parti, ma ci riserviamo di riparlarne nei prossimi giorni o mesi, prima del 26 novembre e cioè dell’incontro con il gip che dovrà decidere se archiviare o meno”. Ma intanto si può dire che “in quelle carte c’è scritto tutto, di nuovo e con forza, quello che è avvenuto”, aggiunge Bonfietti: ovvero “l’abbattimento di un aereo civile in tempo di pace, questa è la verità”. Le cause dell’accaduto “sono chiare e sempre più convalidate”, assicura Bonfietti, perchè “ci sono davvero tanti e tanti altri elementi e testimonianze che hanno permesso ai magistrati, in quelle 450 pagine depositate, di scrivere con forza che il Dc9 è stato abbattuto in un episodio di guerra aerea e che molti di più di quelli che si pensasse lo sapevano, avevano visto, avevano capito. Addirittura un addetto militare italiano allo Shape di Bruxelles, Giovanbattista Sparla, citato nelle carte, racconta che in quella stessa notte in quel luogo si diceva che il Dc9 era stato abbattuto”.

Ma emergono anche “tantissime altre testimonianze che vanno in questa direzione”, sottolinea Bonfietti: insomma, “in tanti sapevano quello che era successo, questa è la cosa più stravolgente e negativa che è potuta avvenire rispetto a questa vicenda”. Sapevano cos’era accaduto “moltissimi uomini degli apparati dello Stato. Italiani e non italiani. Dei servizi e non dei servizi. Politici. Questa è la cosa che angoscia di più”, rimarca la presidente.”Ammesso che ancora qualcuno ancora avesse dei dubbi sulle cause, ora non ce ne possono più essere”: e partendo da ciò, “noi continueremo a fare la nostra battaglia per sapere chi ha potuto abbattere un aereo civile”, promette l’ex parlamentare. Questo “coinvolgendo sempre più, oltre che la magistratura, ammesso che leggendo le carte trovassimo qualcosa da chiedere- continua Bonfietti- soprattutto la politica e il Governo del nostro Paese. La diplomazia deve avere la forza di imporre ai Paesi nostri amici e alleati di raccontare quello che facevano 45 anni fa”.

BONFIETTI: “QUESTO GOVERNO NON HA FATTO NULLA SU ALLEATI”

L’attuale Governo italiano ha fatto qualcosa per far fare dei passi avanti nei confronti dei Paesi alleati che potrebbero aggiungere elementi di verità sulla strage di Ustica? “Assolutamente no. Non credo, non lo so, non mi pare di averlo letto nelle carte”, afferma Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione dei parenti delle vittime, presentando oggi a Bologna le iniziative organizzate per il 45esimo anniversario della strage.

“I magistrati hanno fatto le loro rogatorie, è stato risposto loro in maniera insoddisfacente ma nessuno si è lamentato”, afferma Bonfietti. “La segreteria della presidenza del Consiglio si sta attivando per attuare la direttiva Renzi ma questo- continua la portavoce dei familiari- è un altro discorso, un altro problema. Io credo invece che ci voglia un’attenzione per farci dire chi ci ha abbattuto un aereo”. Dopo la richiesta di archiviazione dell’ultima inchiesta sulla notte del 27 giugno 1980, formulata dalla Procura di Roma, l’associazione sta esaminando le carte e “vedremo se riusciremo a proporre altre istanze” alla magistratura, dice Bonfietti, “ma in ogni caso devono essere il Governo e la politica del nostro Paese a trovare la forza e un senso di dignità nazionale nel porre domande precise ai Paesi amici e alleati, i quali hanno risposto in maniera insoddisfacente e a volte addirittura irrisoria alle domande fatte dai magistrati”. Ma intanto “sono tante le cose che questo Governo non ha fatto in questi anni”, afferma Bonfietti, a partire appunto dallo “stare attenti alle rogatorie”. Non c’è solo questo, però.

Con il ministero dell’Istruzione “avevamo firmato un protocollo d’intesa per continuare a fare memoria nelle scuole, attraverso una programmazione che potesse partire dal ministero stesso”, ricorda la presidente, ma “questo rapporto si è interrotto. Lo abbiamo detto mille volte e abbiamo scritto ai ministri competenti, ma senza avere risposte esaustive. E mi piace denunciarlo ancora perchè il nostro sforzo è proprio questo”: anche attraverso la nuova Fondazione Museo per la memoria di Ustica, infatti, “noi vogliamo continuare a fare memoria e fare memoria vuol dire parlare, oltre che alle centinaia e centinaia di cittadini italiani e stranieri che frequentano quel luogo, anche ai più giovani”.

In vista del 45esimo anniversario della strage “è importante dire che il Comune di Bologna sarà sempre al fianco dei familiari delle vittime”, afferma la vicesindaca Emily Clancy. Da un lato “continuando a fare memoria in tutte le modalità possibili”, continua Clancy, dall’altro “sostenendo le parole di Bonfietti” sulla ricerca degli autori materiali. “Ci sono già delle pagine di verità, sappiamo- ricorda la vicesindaca- che c’è stato l’abbattimento di un aereo civile, sappiamo che c’erano altri aerei francesi e americani in cielo quel giorno e una portaerei francese in mare. Quindi al Governo e alle istituzioni c’è la richiesta precisa di continuare a fare ricerca della verità, anche lavorando sui rapporti con gli altri Stati per ottenere maggiori informazioni e confermare una verità storica di cui abbiamo le linee generali ma, appunto, non ancora una verità giuridica”. Si tratta in questo modo, conclude Clancy, di dare “una forma di giustizia alla memoria delle vittime”.
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