ROMA – Un cambio di passo per rilanciare Europa, mercato dei capitali e crescita economica. Analisi e indicazioni arrivano da Ubaldo Livolsi, professore di Corporate Finance e fondatore della Livolsi & Partners S.p.A., nel nuovo appuntamento della sua rubrica con l’agenzia Dire, curata da Angelica Bianco. “I grandi investitori internazionali – al contrario di quanto sta repentinamente accadendo in questi ultimi mesi – avevano ridotto la loro presenza nell’area Euro, spostando capitali verso Stati Uniti e Asia- spiega- Come ha ricordato Daniele Manca sull’Economia, citando una lettera del fondo sovrano norvegese al Financial Times, lo stesso fondo aveva diminuito, negli ultimi dieci anni, la quota di azioni europee in portafoglio dal 26% al 15%, mentre quella americana è aumentata dal 21% al 40%. Di fronte a questa tendenza, Germania e Francia stanno reagendo: la prima investendo in infrastrutture e nel settore militare; la seconda puntando su digitale e attrazione di capitali. L’Italia, invece, resta indietro, frenata da norme complesse e da una visione troppo legata al breve termine. Eppure abbiamo tutte le carte per fare la nostra parte, grazie alla qualità e all’innovazione delle nostre migliori imprese”.
LIVOLSI: “RISPARMIO PRIVATO ITALIANO È UNA RISORSA ENORME, SOTTOUTILIZZATA”
“Il risparmio privato italiano- continua Livolsi- resta una risorsa enorme, ma sottoutilizzata. Nel 2024 la ricchezza finanziaria delle famiglie ha superato i 6.000 miliardi di euro (Banca d’Italia), tuttavia solo il 6% è investito in azioni, mentre oltre il 30% è fermo in liquidità. Negli Stati Uniti, più del 35% del patrimonio familiare è esposto ai mercati (Organisation for Economic Co-operation and Development – Oecd). Serve avvicinare il risparmio all’economia reale, attraverso strumenti semplici e trasparenti, o rilanciando quelli esistenti – come i piani individuali di risparmio evoluti, i fondi tematici e i veicoli per l’equity – accompagnati da una fiscalità favorevole per chi investe nel lungo termine in aziende produttive”.
LIVOLSI: SERVE UNA SVOLTA ANCHE PER IL MERCATO DEI CAPITALI EUROPEO
“Anche il mercato dei capitali europeo- prosegue nella sua analisi- ha bisogno di una svolta. Le imprese si muovono ancora in un contesto frammentato, con 27 normative diverse. Solo il 13% del loro finanziamento arriva da capitale di rischio, contro il 70% delle imprese statunitensi (Capital Markets Union – Cmu Report 2023). Un vero mercato unico richiede regole armonizzate, piattaforme integrate e una fiscalità coerente – come ha evidenziato anche l’ex premier italiano Enrico Letta nel suo rapporto alla Commissione europea sul completamento del mercato unico”.
LIVOLSI: L’EUROPA RESTA INDIETRO ANCHE SULL’INNOVAZIONE
“Sul fronte dell’innovazione, l’Europa continua a restare indietro. Nel 2023 ha investito solo il 2,2% del Pil in ricerca e sviluppo (Eurostat), mentre gli Usa hanno raggiunto il 3,6% e la Corea del Sud il 4,9%. Anche il venture capital- sottolinea Livolsi- è ancora troppo debole: 0,3% del Pil in Europa – addirittura 0,04% in Italia – contro lo 0,7% negli Usa (European Investment Fund – Eif/Oecd). Per colmare questo divario – come ha sottolineato anche Mario Draghi, incaricato dalla Commissione europea di redigere un rapporto sulla competitività del sistema europeo – serve un ecosistema finanziario in grado di sostenere crescita e innovazione. Anche qui l’Italia può giocare un ruolo di primo piano- conclude- grazie alla velocità con cui le sue eccellenze sanno trasformare la ricerca in soluzioni industriali e tecnologie applicate”.
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