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Garlasco, il Dna sui resti della colazione è solo di Chiara Poggi (ma l’Estathe lo ha bevuto Stasi)


BOLOGNA – Ci sarebbe solo il Dna di Chiara Poggi sui reperti che erano rimasti nel sacchetto della spazzatura dopo il delitto nella villetta in cui viveva Chaira Poggi a Garlasco. I reperti (tra cui due vaschette di Fruttolo, un bric di Estathe, un piattino di palstica, la plastica dei biscotti) furono visti e sequestrati sono 8 mesi dopo il delitto, quando la casa veniva restituita alla famiglia. Ma non furono mai analizzati fino alla settimana scorsa, quando sono stati presi in esame – alla ricerca di tracce di Dna che potessero fare luce sull’omicidio – nel corso dell’incidente probatorio disposto dal gip di Milano nell’ambito delle nuove indagini sul delitto del 13 agosto 2007. Ebbene, stando a quanto scrive il Corriere della Sera che anticipa in esclusiva i primi esiti degli accertamenti fatti dai consulenti del giudice (la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani), il Dna che è stato repertato apparterebbe solo alla vittima, Chiara Poggi. A parte una traccia che sarebbe di Alberto Stasi, suo fidanzato di allora e condannato in via definitiva per il delitto nel 2015.

IL DNA DI STASI SULLA CANNUCCIA DELL’ESTATHE

Le analisi sulle cose trovate nella spazzatura (l’ipotesi degli inquirenti è che si trattasse della colazione consumata da Chiara Poggi la mattina del 13 agosto prima di essere uccisa, ma il dubbio è che avesse fatto colazione insieme a qualcuno e non da sola) sarebbero dunque un primo ‘buco nell’acqua’, rispetto alla possibilità di scenari alternativi per il delitto. Non sono emerse tracce di altre persone presenti in quella casa quella mattina. Se c’erano, non hanno fatto colazione o mangiato nulla di ciò che si trovava nel cestino. E la presenza di Stasi in casa non rappresenta certo una novità: i due erano fidanzati e avevano mangiato insieme la pizza la sera prima proprio a casa Poggi: il the potrebbe essere stato consumato in quella circostanza.Il Corriere della Sera parla di “pezzi” di Dna che, una volta analizzati, sono risultati appartenere a Chiara. E nel caso del piattino di plastica, sul fondo sarebbe stata trovata una sequenza quasi completa della vittima. L’unico profilo maschile individuato apparterrebbe invece, appunto, a Stasi e sarebbe stato individuato sulla cannuccia di plastica dell’Estathe. Ma Stasi, nel corso degli anni, non ha mai escluso il fatto di poter essere stato lui a berlo. Aveva invece sempre escluso di essere stato lui a mangiare il Fruttolo.

L’IMPRONTA NUMERO 10 SULLA PORTA

Oltre che sui reperti trovati nella spazzatura, il lavoro dei consulenti si è concentrato anche sulla analisi delle impronte che vennero rilevate (con i cerotti para adesivi) sulla scena del crimine: sono una quarantina e sono state analizzate nuovamente con un reagente per capire se contenessero sangue ma la cosa è stata esclusa. Ci sono dubbi solo su una impronta (la numero 10, trovata sulla parte interna della porta di ingresso) che è risultata “sporca” e probabilmente sarà rianalizzata una volta terminati gli altri esami.

DUE NUOVE IMPRONTE

Come racconta ancora il Corriere, sono in corso accertamenti anche su due nuove impronte: erano state repertate ma il Ris nella sua relazione non ne faceva menzione. Una è un’impronta trovata sullo stipitedella porta che porta alla cantina: non apparterrebbe né a Sempio né a Stasi, ma i consulenti l’hanno giudicata idonea per essere comparata. L’altra era sulla cornetta del telefono di casa, che si sporcò di sangue durante l’aggressione alla vittima.

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