ROMA – La conferenza d’attacco. In teoria per spiegare nei dettagli il bombardamento dei siti di arricchimento dell’uranio iraniano, in pratica per rinfacciare alla stampa il suo stesso lavoro. Al Pentagono va in scena la risposta mediatica ai leak, ai dubbi, alle critiche. Il protagonista tecnico è il generale Dan Caine, capo dello Stato maggiore congiunto, che con voce misurata e slide da manuale racconta il volo dei sette bombardieri B-2, carichi di Massive Ordnance Penetrator, che hanno colpito Fordo, il cuore sotterraneo del programma nucleare iraniano. “Le armi hanno funzionato come progettato, il che significa che sono esplose”, dice ad un certo punto con notevole sangue freddo: la missione è chiaramente evitare ogni valutazione sugli (eventuali) danni effettivi dell’operazione. Al suo fianco c’è il Segretario alla Difesa Pete Hegseth, che in apertura di conferenza alza la voce e punta il dito contro i giornalisti: “Voi, proprio voi, mentite su Trump. Perché non potete farne a meno, ce l’avete nel Dna, nel sangue. Sperate che fallisca”. Il ruolo della stampa, spiega, dovrebbe essere quello di applaudire il presidente, non di riportare le notizie in modo obiettivo.
🚨 BREAKING: SecDef Pete Hegseth stares right at the press and goes scorched earth, spelling out their insanity. I could watch this all day.
"You, and I mean specifically YOU, the press, you cheer against Trump so hard, it's in your DNA and in your blood to cheer against Trump,… pic.twitter.com/nmazQcUP8a
— Eric Daugherty (@EricLDaugh) June 26, 2025
Alla domanda se fosse stato pressato per fornire una valutazione ottimistica della missione, Caine risponde con orgoglio: “No, non l’ho fatto e non lo farei”. Solo che all’ovvio scatto successivo, quando gli viene chiesto se i siti fossero stati distrutti come dichiarato da Trump, taglia corto: “L’esercito non effettua valutazioni dei danni da battaglia”. Quel compito spetta all’intelligence, precisa. Hegseth invece dice che la valutazione dei danni di battaglia è effettuata dalla CIA. Nel rimpallo delle competenze nessuno dei due dice alcunché.I video mostrati da Caine raffigurano crolli e detriti che sembrano tunnel collassati sotto Fordo. È il massimo che l’opinione pubblica può vedere. Caine ha lodato il lavoro degli analisti del Pentagono e ha rivelato che lo sviluppo della bomba GBU-57 da 30.000 libbre, usata nell’attacco, è stato pianificato per 15 anni.Più lirico il resoconto sull’evacuazione della base aerea di Al Udeid, in Qatar, prima del previsto contrattacco iraniano. “Alle 19:30 in Qatar, mentre il sole tramonta a ovest, l’Iran attacca”, ha detto Caine, tracciando il quadro teso vissuto da una manciata di militari rimasti sul campo. Il più anziano aveva 28 anni. Il più giovane 21.Ma mentre Caine restava nel ruolo dell’abbottonatissimo poliziotto buono, ecco che al segretario alla Difesa Pete spettava quello del poliziotto cattivo. Hegseth attacca i giornalisti per aver dato rilievo a un “rapporto di scarsa attendibilità” della Defense Intelligence Agency sugli effetti limitati del raid. Accusa la stampa di ignorare “momenti storici” come i picchi di reclutamento nelle forze armate sotto Trump. E ha rivendica gli attacchi in Iran come “l’operazione militare più segreta e complessa della storia”.Difficile, però, mettere Fordo davanti allo sbarco in Normandia o alla missione che uccise Bin Laden. Eppure Hegseth insiste: “Poiché è avvenuto sotto la guida del presidente Trump, la stampa non vuole scriverlo”.Quando Jennifer Griffin di Fox News chiede dove sia finito l’uranio arricchito di Fordo, Hegseth non risponde e se la prende direttamente con una delle più rispettate corrispondenti dal Pentagono.
FOX NEWS'S JENNIFER GRIFFIN: Are you certain none of that highly enriched uranium was moved?
HEGSETH: Jennifer, you've been about the worst. The one who misrepresents the most intentionally.
GRIFFIN: I take issue with that pic.twitter.com/YNi30aMnrb
— Aaron Rupar (@atrupar) June 26, 2025
In risposta a una domanda dell’Associated Press, Hegseth dice di “non essere a conoscenza” di alcuna informazione che “qualcosa” fosse fuori posto. Insinuato, ma senza specificare, che l’uranio arricchito fosse presente a Fordo.Helene Cooper del New York Times descrive una conferenza stampa intesa come “test di lealtà”, dominata dalla narrativa trumpiana. Hegseth si autodefinisce “amplificatore di Trump”, citato il direttore della CIA John Ratcliffe, secondo cui l’attacco avrebbe “danneggiato gravemente” il programma nucleare iraniano. Snocciola valutazioni favorevoli di Israele, ONU e Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, sottolineando con sospetto quelle della propria intelligence. Nessuna conferma sui danni reali. E nessuna risposta sulla questione chiave: cosa resta davvero del programma nucleare iraniano?
“Si vocifera che il New York Times e la Cnn, in fallimento, licenzieranno i giornalisti che hanno inventato storie false sui siti nucleari dell’Iran perché sono sbagliate. Vediamo cosa succede”, scrive su Truth Donald Trump.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it