ROMA – Che fine ha fatto Hamas? Privato della sua catena di comando, decimato nei quadri e con una rete di tunnel in gran parte distrutta, il gruppo islamista fatica a mantenere il controllo di Gaza. Il territorio è ormai per l’80% nelle mani di Israele, e la pressione militare continua. All’interno della Striscia emergono segnali di dissenso e gruppi locali che si organizzano autonomamente, spesso armate proprio da Israele.
Secondo fonti vicine a Hamas citate da Reuters, i miliziani agiscono ora in modo frammentato, con l’unico ordine di resistere il più a lungo possibile. Ma la struttura originaria dell’organizzazione è ormai compromessa. La crescente ostilità di parte della popolazione è il sintomo di una crisi ormai palese.Con la crisi umanitaria che si aggrava ogni giorno di più, Hamas avrebbe, secondo le fonti Reuters, bisogno urgente di un cessate il fuoco per riorganizzarsi, reprimere le sacche di ribellione e ricompattare le fila. Ma i negoziati restano bloccati. “Mantenere la fede non basta, la realtà è poco promettente”, ammette una fonte vicina al movimento.Militarmente, Hamas ha ancora capacità residue. Martedì ha ucciso sette soldati israeliani nel sud della Striscia. Tuttavia, secondo tre diplomatici mediorientali sentiti dall’agenzia, il gruppo ha perso il coordinamento centrale ed è ridotto ad azioni isolate e imprevedibili. L’esercito israeliano stima di aver eliminato almeno 20.000 combattenti e distrutto gran parte dell’infrastruttura sotterranea. L’età media dei nuovi reclutati, spiegano fonti israeliane, si abbassa ogni giorno: giovani, spesso poveri e senza prospettive.Anche il sostegno iraniano, storico pilastro della forza militare di Hamas, appare meno solido. L’offensiva israeliana contro Teheran – e in particolare la morte del generale Saeed Izadi, figura chiave nei rapporti con la “resistenza palestinese” – ha alimentato dubbi sull’effettiva capacità dell’Iran di sostenere il gruppo. Hamas nega una crisi nei rapporti, ma ammette di monitorare gli sviluppi con attenzione.In questo contesto, le tribù palestinesi stanno diventando un attore chiave. Alcune collaborano con Hamas, altre si muovono autonomamente, mentre Israele le arma apertamente nel tentativo di creare un’alternativa locale al potere islamista. È una strategia che punta a destabilizzare Hamas dall’interno, ma rischia di aprire nuovi fronti di conflitto civile.
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