ROMA – La testa di un martello, una pinza da camino, i resti di due asce da boscaiolo: sono gli oggetti che i carabinieri che indagano sul delitto di Chiara Poggi avrebbero sequestrato nel canale di Tromello durante il sopralluogo-show di un mese e mezzo fa.
IL PERCHÈ DEL SOPRALLUOGO A TROMELLO
Dopo l’1 a 0 segnato dalla difesa di Andrea Sempio, nuovo indagato nel Garlasco bis, dai primi risultati dell’incidente probatorio sui rifiuti di casa Poggi- che non hanno restituito sue tracce- si passa subito allo scoop successivo: quello andato in onda nella trasmissione Ore 14 Sera, che ha rivelato cosa hanno portato le ricerche nel canale adiacente alla casa della nonna delle cugine Cappa. Il sopralluogo era stato disposto dai Pm dopo la diffusione sui media della testimonianza del “supertestimone” Gianni Bruscagin: l’uomo, dopo 18 anni, aveva riferito le parole di un’altra persona, nel frattempo morta, che la mattina del 13 agosto 2007, Stefania Cappa, cugina di Chiara Poggi, era stata vista arrivare in uno stato di agitazione e confusione nella casa di Tromello con una borsa pesante. Poco dopo si era sentito un forte tonfo nell’acqua del canale che scorre sul retro della casa: lasciando pensare che a causare quel rumore fosse proprio proprio il lancio di quel borsone.
CHI HA TROVATO GLI “ATTREZZI”
Nel corso della trasmissione di Milo Infante lo scoop è stato doppio, non solo sono sarebbero stati svelati gli oggetti ritrovati, ma anche un dettaglio non insignificante su chi e come li ha consegnati. Il martello, la pinza e i resti delle asce infatti, in realtà non sono stati rinvenuti durante il sopralluogo da cui- pare- non sia stato trovato nulla di rilevante. Gli oggetti infatti sarebbero stati trovati nel canale da un muratore ben sette anni prima delle rivelazioni del supertestimone. L’uomo, un manovale egiziano che abita sulla riva opposta del canale artificiale, rispetto alla proprietà dei Cappa, li ha ‘portati’ direttamente agli inquirenti, dopo essere stato informato delle ricerche in corso da parte dei vigili del fuoco. A quel punto, il muratore ha contattato infatti i carabinieri locali, riferendo che sette anni prima, nel 2018, prima della pulizia che era stata poi effettuata dal Comune, lui stesso era sceso nel canale per ripulirlo dalla spazzatura e aveva trovato proprio in quel punto la mazzetta, i due pezzi d’ascia e la pinza da camino. Gli oggetti li aveva poi conservati in un suo deposito attrezzi e sono stati poi sequestrati con la sua disponibilità.
ORA LA VERIFICA DELLA COMPATIBILITÀ CON LE FERITE
Gli attrezzi sarebbero compatibili con l’arma del delitto di Garlasco, anche se dalle indagini e consulenze non è mai stato chiarito con che cosa Chiara Poggi sia stata colpita a morte. Ci sarebbe comunque cautela sulla loro rilevanza investigativa. Come è stato detto nel corso della trasmissione le nuove indagini della procura di Pavia non si sono ancora concentrate su questi ‘argomenti’ e lavorerebbero invece – con il massimo riserbo- sugli elementi del filone che ha portato alla riapertura del caso, ovvero l’indagine pe concorso in omicidio di Andrea Sempio. Le parole del supertestimone del tirano in ballo una delle cugine di Chiara Poggi che non è attualmente indagata. Verranno comunque svolti esami per capire se sussiste una eventuale compatibilità tra gli attrezzi sequestrati e le lesioni sul corpo della vittima.
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