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Dissidenti cubani a Roma: “Vogliamo la democrazia”

A distanza di un anno esatto dalle proteste de La Havana, alcuni dissidenti cubani tornano in piazza per dire la loro.

Ieri a, Piazza dell’Esquilino tra le 15 e le 19, circa 25 persone appartenenti alla comunità cubana di Roma si sono infatti radunate con bandiere strisciate e cartelli con sù scritto l’ormai famoso hashtag #SOSCuba per chiedere democrazia nella isla e per scagliarsi contro il socialismo, il castrismo e la rivoluzione cubana.

Qui l’intervista a due dissidenti cubani:

Un incontro non facile con i dissidenti cubani

Come affermato anche nell’intervista, il primo incontro con le 25 persone presenti in piazza non è stato semplice: insulti e urla non sono mancate verso le nostre telecamere. Il motivo ce lo spiega un manifestante: “Pensavamo foste di una determinata parte politica. Spesso vengono qui per farci video perché così poi non possiamo tornare”.

Le motivazioni

Ammorbiditi i toni, vera o meno la motivazione delle maleparole rivolteci, hanno dunque spiegato le loro ragioni: “Cuba è sporcizia per noi cubani. Gli alberghi a 5 stelle plus ci sono solo per i turisti. Per questo siamo qua. L’11 luglio è l’anniversario delle proteste più grandi del Paese, protestiamo per dare speranza”.

Sulle associazioni o sugli enti che supportano tali iniziative però non è stata fatta chiarezza. Eppure secondo alcune fonti cubane e pubbliche forniteci da Marco Papacci, presidente dell’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba, durante il suo intervento a “Primo Mattino” su Radio Roma il 17 giugno scorso (puntata completa qui) il rischio di finanziamenti esteri volti a destabilizzare il governo cubano c’è ed è concreto: “L’USAID ha interferito in tutte le rivoluzioni o in tutti i movimenti progressisti in America latina” aveva affermato, continuando: “La campagna di disinformazione su Cuba è stata organizzata e finanziata dalla compagnia statunitense con sede in Florida USAID, in particolar modo dall’ADN Cuba. Sono state usate immagini dell’Africa o dell’aeroporto di Caracas in riferimento a Cuba e queste notizie sono state rilanciate da account falsi. In modo opportunistico è stato scelto il momento più difficile per Cuba sia da un punto di vista economico che epidemiologico (lo scorso anno NDR)…”

Lo scontro di idee e di opinioni dunque si allarga anche alla comunità cubana del nostro Paese. La domanda è se tali manifestazioni siano realmente dettate dal dissenso o se siano frutto di ingerenze estere volte a destabilizzare uno degli ultimi paesi socialisti al mondo, magari sensibilizzando anche i governi e le istituzioni di altri Stati come quello italiano.

Nel frattempo a due passi dal luogo della manifestazioni, sul ponte di fronte al Colosseo sono apparsi questi striscioni non proprio in linea con le ragioni dei dissidenti cubani

cubani manifesti

Oggi alle 14 è attesa una nuova manifestazione, questa volta a Circo Massimo, a due passi dall’ambasciata cubana in Via Licinia.

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