CIVITAVECCHIA – Estate di disagi senza fine per i cittadini, imprigionati nei continui blackout elettrici che stanno paralizzando interi quartieri della città. Mentre Enel parla di guasti alla linea, cresce il sospetto tra la popolazione che dietro le frequenti interruzioni ci sia qualcosa di più sistemico e meno accidentale. Quel che è certo, è che la situazione ha ormai superato ogni soglia di tollerabilità. Dal centro storico a San Gordiano, dalla zona porto a San Liborio, fino al Faro e al Viale: nessuna area risparmiata, nessun cittadino escluso. L’ultimo capitolo di questa emergenza energetica ha colpito Santa Lucia, dove per oltre sei ore i residenti sono rimasti senza elettricità. Le conseguenze sono state immediate e drammatiche: impossibile utilizzare elettrodomestici, apparecchiature mediche fuori uso, generi alimentari deperiti nei frigoriferi spenti. Numerose le segnalazioni provenienti anche dalla zona alta della città, dove commercianti esasperati denunciano danni irreversibili a strumentazioni da lavoro e chiedono indicazioni su come smaltire i prodotti deteriorati. Per molti di loro, le interruzioni di corrente stanno diventando una vera e propria sentenza economica. «È come lavorare sapendo che da un momento all’altro ti staccheranno la spina – racconta un ristoratore – e nessuno ci dice quando finirà». Nel silenzio assordante delle istituzioni, la rabbia cresce. La politica locale sembra impantanata nei soliti scontri sterili tra maggioranza e opposizione, mentre nessuno sembra in grado – o forse disposto – a confrontarsi seriamente con il colosso energetico. Servirebbe fermezza, servirebbe autorevolezza. Servirebbe, soprattutto, la volontà di difendere il territorio. Due ore di blackout, per Enel, potrebbero apparire come un inconveniente tecnico. Ma per chi le vive, in piena estate e senza alternative, sono un incubo. In tutto questo, ciò che più manca – e che più si avverte – è una risposta politica concreta. Serve un consiglio comunale straordinario, urgente, dedicato a questo tema. Non si può restare fermi mentre la città sprofonda nell’incertezza. I cittadini non possono più attendere tra un blackout e l’altro. Parlare di intitolazioni, monumenti o toponomastica ha il suo tempo. Ma non è questo. L’energia elettrica, oggi, è molto più di un servizio: è una garanzia di dignità, sicurezza, salute e lavoro. E a Civitavecchia, tutto questo sta venendo meno. |