SOCIALE. REGGIO EMILIA, LA LOCANDA SAN FRANCESCO E’ CASA
Emergenza casa. Nel cuore della pianura padana, a Reggio Emilia, nonostante gli appartamenti sfitti siano tanti. Eppure è questo il primo bisogno segnalato da Elisa Nicòli, operatrice della Caritas diocesana locale. La incontriamo nella Locanda San Francesco, una casa-famiglia. “In questo momento”, sottolinea Nicoli, “ci sono una quindicina di persone tra uomini soli e donne con minori, che si trovavano in una difficoltà abitativa”. Nella Locanda è ospitata anche una famiglia giunta dall’Ucraina in guerra. È alloggiata al primo piano, superato l’albero con le foglie di ceramica sulla parete all’ingresso, realizzato dagli studenti di un liceo reggiano. Si parla, con Nicoli, di vita in strada, lotta all’emarginazione, famiglie migranti e bisogno di fiducia: “Le persone e le famiglie non trovano degli sbocchi nel settore privato degli appartamenti nonostante potrebbero farcela, avendo un reddito e un percorso di ricostruzione della propria vita. A Reggio ci sono tantissimi appartamenti sfitti ma c’è un clima di sfiducia verso le persone”. L’accoglienza nella Locanda San Francesco è sostenuta dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica: una scelta che, con una semplice firma, permette di moltiplicare i contributi per un mondo più solidale. “Queste opere per persone bisognose hanno costi economici compensati in buona parte dall’8xmille” sottolinea Nicoli. “È fondamentale per noi che si capisca che è importante sostenere opere per persone più fragili nelle nostre città. Poi ci stiamo impegnando anche sul 5xmille per integrare ulteriormente la possibilità di aiutare le persone: è una scelta che va fatta nella dichiarazione dei redditi”. L’operatrice spiega: “La firma del 5xmille non è alternativa all’8xmille e Caritas la promuove perché è un’aggiunta”.
UCRAINA. A ROMA LA CONFERENZA PER LA RIPRESA, IL MONITO DI APG23
Mobilitare “sostegno internazionale continuo”, con “investimenti per la ripresa, la ricostruzione, le riforme e la modernizzazione dell’Ucraina”: queste le promesse della conferenza di Roma del 10 e 11 luglio. L’appuntamento, declinato in quattro “dimensioni”, a partire da quella imprenditoriale, è stato co-organizzato dal governo italiano insieme a quello di Kiev, mentre continua il conflitto armato con la Russia. Il monito di Gianpiero Cofano, segretario generale dell’Associazione Papa Giovanni XXIII: “Sì alla ricostruzione ma non dimentichiamoci delle persone e della costruzione della pace, la cosa fondamentale per poi poter ragionare su qualsiasi tipo di ricostruzione in Ucraina”.
BOSNIA. LA MEMORIA E LA PACE, RITORNO A SREBRENICA 30 ANNI DOPO
Cinquanta persone, 25 cristiane e 25 musulmane, insieme in pellegrinaggio a Mostar, Sarejevo e Srebrenica, in Bosnia Erzegovina. Un’iniziativa promossa dalla federazione degli organismi del volontariato Focsiv, per commemorare un trentennale. “Tra l’11 e il 17 luglio del 1995 8mila persone a Srebrenica, in Bosnia, vengono radunate, passate per le armi e gettate in fosse comuni dall’esercito serbo-bosniaco di Ratko Mladic” ricorda Marco Calvello, presidente dell’ong Ipsia. “Fu il primo genocidio in Europa dopo la Seconda guerra mondiale; fu una delle più grandi sconfitte dalla comunità internazionale, che non riuscì a intervenire interrompendo quello che stava accadendo in Jugoslavia da quattro anni”. Ipsia è l’acronimo di Istituto pace sviluppo innovazione Acli. Il tema, 30 anni dopo Srebrenica, è come costruire il futuro. “Oggi le memorie vengono nascoste” denuncia Calvello. “Se si vuole immaginare un futuro lo si può fare solo nella misura in cui si sappia dare il giusto spazio alla memoria storica: penso all’impegno delle organizzazioni: bisogna tornare a parlare di Srebrenica, di Bosnia Erzegovina, e tornare in qualche modo in quei posti, ascoltare, vedere”.
GIOVANI. DA GUATEMALA A SENEGAL, NUOVE PARTENZE SERVIZIO CIVILE
Un’avventura e allo stesso tempo un’opportunità di impegno e crescita, umana e professionale. È questo il Servizio civile universale, scelta volontaria di tanti giovani di dedicare fino a un anno della propria vita ai valori fondanti del loro Paese, alla pace e alla collaborazione tra i popoli. Giuditta Vinai, di Cisv, associazione di base a Torino, ci parla di un’estate speciale. “Quest’anno con noi ci sono quattro volontari in Italia nei campi dell’educazione e dell’accoglienza” annuncia Vinai, “e partiranno presto nove persone in Guatemala, Brasile e Senegal”. Quello dell’associazione è anche un appello. “Se vuoi sostenere questa e tante altre attività che svolgiamo puoi donare il tuo cinque per mille a Cisv attraverso la dichiarazione dei redditi e il tuo 8xmille alla Chiesa cattolica” sottolinea Vinai. “Le due firme non si escludono, anzi: aggiungono tanto valore, se sommate”. Il codice fiscale di Cisv per il 5xmille è 80101280016.
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