di Carloandrea Poli e Cristina Rossi
FIRENZE – Ha riversato la sua folle violenza su un esserino di una manciata di chilogrammi. L’episodio risale a giovedì scorso. Vittima Ofelia, una bassotta di 12 anni, ridotta in fin di vita dal suo proprietario, un 30enne residente a Figline e Incisa Valdarno, in provincia di Firenze. La vicenda sta avendo clamore mediatico nazionale: mentre la cagnolina è ricoverata in una clinica veterinaria ad Arezzo, ancora in prognosi riservata, ma con lievi miglioramenti, il 30 enne è stato denunciato dai carabinieri della compagnia di Figline per maltrattamento di animali. Le associazioni Enpa e Leidaa promettono battaglia e l’onorevole Maria Vittoria Brambilla ricorda che, grazie alla recente legge da lei stessa promossa, non la farà franca. “Con la legge Brambilla, è finito il tempo dell’impunità- manda infatti a dire la parlamentare di Noi Moderati- il colpevole colto in flagranza di reato è stato identificato e verrà processato”.
L’AGGRESSIONE
Il fatto è avvenuto una settimana fa, nel cuore della notte, quando il giovane – secondo quanto ricostruito – si sarebbe scagliato senza motivo apparente contro il proprio cane, un bassotto, urlandogli contro e colpendolo più volte a calci con violenza. In casa, insieme a lui, si trovavano anche la fidanzata e un amico, che sono intervenuti tempestivamente riuscendo a sottrarre l’animale all’aggressione e a portarlo fuori dall’abitazione. Anche i vicini, allertati dalle urla e dai terribili guati di dolore del cane, si sono adoperati per chiamare le forze dell’ordine e i soccorsi. Erano circa le 6,30 del mattino quando i carabinieri della stazione di Figline sono arrivati all’abitazione.
Il cane è stato affidato all’Enpa Valdarno di Cavriglia, in provincia di Arezzo, e condotto presso un ambulatorio veterinario della zona. Le sue condizioni sono apparse da subito gravi: Enpa in un comunicato riferisce che Ofelia ha riportato lesioni addominali, difficoltà respiratorie, incapacità di alimentarsi. Il giovane è apparso agli agenti in evidente stato di agitazione psico-fisica: è stato poi trasportato all’ospedale Santa Maria Annunziata di Bagno a Ripoli per ricevere le cure necessarie. Nei suoi confronti è scattata la denuncia per maltrattamento di animali.
LE DENUNCE DI ENPA E LEIDAA, COSA RISCHIA IL RESPONSABILE
Le associazioni animaliste Enpa e Leidaa si sono già adoperate per sporgere denuncia contro il 30enne. Enpa fa sapere in una nota che “con la riforma entrata in vigore da pochi giorni, i reati di maltrattamento e uccisione di animali prevedono pene sensibilmente più severe: reclusione, multe elevate e, nei casi più gravi, interdizione temporanea o definitiva dalla custodia di animali. Se l’animale muore a causa delle violenze subite, le sanzioni possono arrivare fino a 5 anni di carcere”.
Mentre Brambilla, presidente di Leidaa e parlamentare di Noi Moderati – nonché madre della norma entrata in vigore a inizio luglio- spiega che dopo l’identificazione del responsabile, ci sarà un processo: “Ci batteremo per chiedere una rigida applicazione delle nuove norme che, nei casi di maltrattamento, prevedono una pena fino a due anni di reclusione sempre congiunta a una multa fino a 30.000 euro”. L’associazione inoltre chiesto l’affido in via definitiva della bassottina perché, spiega ancora Brambilla, “dopo tante sofferenze, possa intraprendere un percorso di riabilitazione, grazie all’impegno della nostra associazione, e poi trovare una nuova famiglia amorevole”.
COME STA OFELIA
Intanto dalla clinica dove Ofelia sta lottando per sopravvivere arrivano i primi aggiornamenti: la stampa locale riferisce che la cagnolina è ancora in prognosi riservata ma ha due giorni da ha iniziato mangiato da sola e senza sondino. Non solo: Ofelia è riuscita anche a fare qualche piccolo passo nel giardino della Clinica. Lei lotta per sopravvivere e non lo sa: il suo potrebbe essere il primo eclatante caso in cui un umano pagherà sul serio, con la prigione, per aver fatto del male ad un animale.
(photo credits: Enpa Sezione di San Giovanni Valdarno/ Fb)
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