Quando si discute del del progetto del Reddito Universale, che prevede una possibile erogazione di denaro a scopi di sussistenza a persone in difficoltà a prescindere da situazione di lavoro e reddito, ci sono posizioni diverse, tra chi è favorevole o no, ma anche confusioni.
Reddito universale e reddito di cittadinanza non son infatti la stessa cosa, ma due percorsi ben distinti. Inoltre ci sono diversi dubbi, avanzati da alcuni esperti, sulla fattibilità del primo.
Reddito universale e reddito di cittadinanza, in cosa divergono
Chi direbbe di sì al Reddito minimo universale sostiene che esso farebbe calare le diseguaglianze economiche e sociali, aiutando i consumi di base e incoraggiando spese essenziali e quali la carriera scolastica.
Potrebbe essere un freno alla disoccupazione e potrebbe favorire le persone ad impegnarsi nella ricerca di un posto di lavoro che li aiuti, con un salario migliore, poichè non costretti a accettare qualsiasi impiego pur di pagare le spese vive.
Perché si direbbe di no al Reddito Universale
Alcuni sono però contrari al Reddito Universale. Diversi soggetti ritengono che, offrendo un reddito a tutti senza valutazioni su reddito o del patrimonio, si lascerebbero in realtà vive le diseguaglianze e addirittura si potrebbero incoraggiare delle illegalità.
Altri credono che possa favorire una crescita dell’inflazione rappresentando anche un freno, in verità, alla necessità di trovarsi un lavoro.
Il reddito minimo per contrastare la povertà è diverso dal reddito di cittadinanza, in quanto è collegato all’entrata in un programma di riccollocamento lavorativo così da connettere la funzione di sostegno al reddito.