ROMA – Sono almeno ventuno i civili palestinesi uccisi questa mattina, nel sud di Khan Younis mentre erano in fila per ricevere aiuti umanitari. Tra questi, quindici sarebbero morti per soffocamento e fuga precipitosa causata dai gas lacrimogeni sparati dall’esercito israeliano. È quanto riporta la Wafa, sottolineando inoltre, che è la prima volta che si registra una circostanza del genere.
Una mattanza, quella dei centri di distribuzione, ormai all’ordine del giorno e che ha trasformato queste strutture in vere e proprie trappole mortali. Episodi che, oltretutto, non trovano mai un colpevole. Se da un lato infatti, come riporta Al Jazeera, un testimone ha riferito che è stato l’esercito a sparare contro le persone in fila, spaventandole e scatenando il panico, dall’altro, la Gaza Humanitarian Foundation, ha continuato a giustificare l’accaduto, sostenendo che tra la folla c’erano gruppi armati che hanno causato i disordini.
Intanto, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha dichiarato che dalla fine di maggio almeno 798 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia mentre cercavano di accedere agli aiuti umanitari.
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