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Siria, l’Onu chiede un’inchiesta indipendente sugli eccidi a Suwayda


Immagine di repertorio

ROMA – Un’indagine “tempestiva, rapida e trasparente” su “tutte le violazioni” che hanno interessato la Siria meridionale negli ultimi giorni è stata sollecitata con forza dall’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk. Nella città a maggioranza drusa di Suwayda, a partire da domenica scorsa circa 600 persone hanno perso la vita per scontri tra milizie locali. Turk ha inoltre esortato ad “assicurare alla giustizia i responsabili”, esortato le parti a “proteggere i civili” e chiesto la fine “dell’incitamento a violenza e odio, sia online che offline”.

Stamani, il presidente Ahmed Al-Sharaa ha annunciato il completo ritiro delle forze governative, una mossa dettata dalla necessità di scongiurare una guerra con Israele, che mercoledì ha bombardato il ministero della Difesa di Damasco, sfiorando anche il palazzo presidenziale, e colpito ripetutamente obiettivi militari nell’area della città di Suwayda, rivendicando la necessità di proteggere la minoranza drusa. Stamani nuovi scontri sono scoppiati tuttavia tra una milizia beduina locale legata a Damasco e i combattenti drusi, nonostante un accordo di cessate il fuoco raggiunto con Damasco mercoledì coi leader drusi. Sebbene il governo accusi i drusi di aver violato la tregua, il capo dei beduini ha chiarito che l’accordo riguarda solo il governo centrale.

Dopo che sono circolate notizie circa il coinvolgimento negli scontri anche di militari dell’esercito nazionale, il presidente Sharaa è dovuto intervenire per smentire, confermando il ritiro delle truppe siriane. Intanto Sana, l’agenzia siriana vicina al governo, ha accusato Israele di aver condotto un attacco aereo nella periferia di Suwayda, un raid che Tel Aviv ha smentito.

Nel pomeriggio di ieri, il premier Benjamin Netanyahu era tornato a ribadire che la Siria a sud di Damasco deve restare “smilitarizzata”: questa regione, in particolare quella delle alture del Golan, è stata oggetto di invasione da parte di Israele nella guerra nel 1967; con la caduta del presidente Bashar Al-Assad, l’8 dicembre scorso, l’esercito israeliano ha ripetutamente bombardato obiettivi militari in Siria e ripreso a penetrare la regione del Golan superando anche la zona cuscinetto stabilita in un accordo di disimpegno del 1974. Quindi è stato annunciato che le truppe resteranno di stanza in Siria “a tempo indefinito”.
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