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Caso Garlasco, a caccia di “Ignoto 3”: perché il Dna ‘nucleare’ rende possibili ricerche mirate


ROMA – La traccia di materiale genetico rilevata nella bocca di Chiara Poggi sarebbe “leggibile”. Si potrebbe risalire così, attraverso di essa, a chi appartiene, anche comparandola a quella dei genitori, o dei nonni di “ignoto 3”, che di fatto non risulta essere né Alberto Stasi, né il nuovo indagato, Andrea Sempio. Questa è l’ultima novità emersa nel mainstream dell’informazione sul caso Garlasco.

I DUBBI SULLA VALIDITÀ DEL DNA DOPO 18 ANNI

Il dibattito pubblico attualmente si concentra sull’interrogativo degli interrogativi: non tanto ‘chi è ignoto 3’, ma quanto è affidabile il suo Dna, estratto dal tampone orofaringeo di Chiara Poggi, esaminato solo dopo 18 anni dalla sua autopsia? Si susseguono dichiarazioni di voci più o meno esperte, l’ultimo in ordine di tempo è quella del ministro della Giustizia Nordio che ammette le difficoltà nella validazione di un Dna trascorsi ormai 18 anni per i troppi i rischi di contaminazione. E proprio su questi puntano le parti in causa del processo sul fronte anti-Stati, dal legale di Sempio e quello della famiglia Poggi. Al contrario, credono nell’ipotesi di “un profilo univoco che indica con certezza una sola persona. Quindi rintracciabile oltre ogni ragionevole dubbio”, gli avvocati di Alberto Stasi, Giada Bocellari e Antonio De Rensis.

IL DNA ‘NUCLEARE’, COSA VUOLE SIGNIFICA PER LE INDAGINI

Ma come mai le tracce del tampone invece certamente sarebbero ‘leggibili’? Cosa significa? Gli ultimi rilievi della perita Denise Albani secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica e da Radio 1 Rai sono chiari: quello etichettato come “Y947” dalla genetista nominata dalla Procura, e attribuito momentaneamente a un “Ignoto 3”, è un profilo di dna nucleare completo, con non solo la linea maschile (Y), ma anche quella nucleare, che comprende i tratti ereditari materni, appartenente a una sola persona. Si parla quindi di “un campione ricco di marcatori e leggibile, utilizzabile in laboratorio per esami replicabili, le cui caratteristiche danno agli investigatori impegnati nella rilettura dell’omicidio di Chiara Poggi una carta in più”. I desiderata includono infatti la possibilità di risalire all’identità dello sconosciuto e attribuirgli un ruolo nel massacro del 13 agosto 2007, sia dal “match” di laboratorio con madre, nonna ed eventuali sorelle, che dalla comparazione con padre, nonno ed eventuali fratelli.

IL CASO DI YARA GAMBIRASIO, SIMILITUDINI E DIVERGENZE NELLE INDAGINI

In sostanza, gli accertamenti genetici possono essere ad ampio raggio, quello che è accaduto per rintracciare e incastrare Massimo Bossetti, condannato per l’omicidio di Yara Gambirasio, le cui indagini si sono basate su una ricerca a tappeto del dna maschile estrapolato negli slip e nei leggins della vittima 13 enne, individuato alla fine grazie al dna della madre. Ciò si traduce però in modo diverso dall’iter procedurale del caso di Yara, dove è stata coinvolta l’intera popolazione dell’area interessata della Val Brembana., con la raccolta e l’esame di oltre 25 mila tamponi genetici.

DUE TIPI DI ACCERTAMENTI: SULLA POSSIBILE CONTAMINAZIONE E SULLE AMICIZIE DI SEMPIO

In questo caso gli accertamenti avverranno seguendo sue strade: in primis, verificare se, effettivamente, si è trattato di una contaminazione e quindi, in caso affermativo, non emergeranno informazioni a sostegno delle tesi dei Pm. Quindi gli accertamenti genetici dovranno riguardare chiunque è entrato in contatto con il corpo della vittima tra il 13 e il 17 agosto 2007: dai soccorritori, ai carabinieri del Ris, ai medici legali, fino agli addetti della polizia mortuaria, circa una trentina di persone. Non è esclusa la convocazione in Procura dell’ex comandante dei Ris Luciano Garofano, oggi consulente di Andrea Sempio, e allora responsabile delle indagini scientifiche. L’altra strada invece segue le ipotesi degli inquirenti e gli accertamenti in corso riguarderanno tutta la rete di frequentazioni e amicizie dell’indagato Andrea Sempio.

UN SALTO INDIETRO NEL TEMPO

La Procura di Pavia, guidata da Fabio Napoleone, e i carabinieri della squadra Omicidi del Nucleo investigativo di Milano, diretti dal colonnello Antonio Coppola, secondo quanto emerso da Repubblica e Corriere della Sera, hanno già richiesto l’acquisizione dei registri di classe dell’Istituto professionale Carlo Calvi di Sannazzaro de’ Burgondi, frequentato da Andrea Sempio tra il 2002 e il 2007, l’anno della sua maturità. Sentiranno a verbale compagni di scuola e docenti, oltre a riconvocare il giro di conoscenze strette dell’epoca che lo legano a Marco Poggi: da Mattia Capra a Roberto Freddi ad Alessandro Biasibetti.

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