ROMA – “Siamo di fronte a un caso senza precedenti: mai le autorità di un Paese europeo si erano spinte tanto in là, al punto di arrestare dei militari israeliani per presunti crimini internazionali commessi a danno dei palestinesi. Crea un precedente importante”. Con queste parole Triestino Mariniello, professore di Diritto penale internazionale alla Liverpool John Moores University, commenta per l’agenzia Dire l’arresto domenica scorsa di due militari dell’esercito israeliano da parte delle autorità belghe.
I due, in congedo, stavano partecipando al festival di musica elettronica ‘Tomorrowland’, in provincia di Anversa, quando sono stati fermati e interrogati dalla polizia belga, che ha dato seguito a un’indagine aperta per presunti crimini di guerra e atti di genocidio nella Striscia di Gaza. L’inchiesta della magistratura di Bruxelles è partita dalla denuncia presentata dalla Fondazione ‘Hind Rajab’ (Hrf) e dall’ong Global Legal Action Network. I due soldati, di cui non è stata resa pubblica l’identità, sono già stati rilasciati ma restano indagati.
Mariniello, che è anche rappresentante legale delle vittime di Gaza presso la Corte penale internazionale (Cpi), aggiunge: “Questo caso crea un precedente importante in merito all’esercizio della cosiddetta giurisdizione universale, ossia rispetto all’avvio di un procedimento penale senza alcuna connessione giurisdizionale col Paese”, né in termini di eventuale commissione del crimine sul territorio né di nazionalità dell’imputato o delle vittime: nulla di tutto questo ha a che fare col Belgio. Finora, solo i giudici di Marocco e Brasile hanno dato mandato per arrestare due militari israeliani in congedo nei rispettivi Paesi.
Ora, secondo Mariniello, “è probabile – se non è già accaduto – che i due saranno fatti rientrare grazie all’intervento del governo israeliano, ma questo non riduce l’importanza di questo precedente, che a mio avviso farà da apripista ad altri casi che hanno norme sulla giurisdizione universale”.
Mentre la Global Legal Action Network ha sede a Londra, la Hind Rajab Foundation è stata istituita nel 2024 in Belgio da un gruppo di avvocati, giuristi e difensori dei diritti umani, con il preciso obiettivo di raccogliere prove e sporgere denuncia alla Cpi o presso i governi, a carico di soldati israeliani per presunti crimini di guerra, crimini contro l’umanità e di genocidio commessi dal lancio dell’operazione israeliana nella Striscia di Gaza: dopo aver subito un attacco guidato da Hamas il 7 ottobre 2023, in cui morirono circa 1200 persone, si stima che quasi 60mila palestinesi siano morti negli attacchi dell’esercito israeliano, mentre in Cisgiordania sono oltre un migliaio.
Il lavoro della Fondazione ha raggiunto anche l’Italia: a gennaio venne segnalata alle autorità italiane la presenza del generale Ghassan Alian, il capo del Cogat, l’organismo israeliano deputato alla gestione delle attività nei Territori palestinesi occupati. L’organizzazione chiese al governo Meloni di arrestarlo e consegnarlo alla Corte penale, a cui era stato denunciato per il suo presunto ruolo nel blocco all’ingresso di forniture umanitarie alla popolazione civile di Gaza, azioni che possono configurare crimini di guerra e contro l’umanità.
In quei giorni era in Italia anche il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar per una missione istituzionale. Il 14 gennaio, nel corso di una visita alla comunità ebraica italiana presso la Sinagoga maggiore di Roma, Saar confermò che il generale aveva “lasciato l’Italia” la notte precedente; in merito alle diverse denunce sporte dall Hind Rajab Foundation e alle inchieste contro Israele aperte alla Corte penale internazionale e alla Corte di giustizia internazionale, il ministro dichiarò: “Non accetteremo che si distrugga il nostro diritto a difenderci e ad esistere”.
Secondo Saar, tali azioni costituirebbero “un uso politico dei tribunali internazionali. Ditemi qual è la nazionalità dei giudici e vi dirò quale sarà la decisione”. Il premier Benjamin Netanyahu, ricercato dalla Cpi per presunti cirmini di guerra e contro l’umanità a Gaza, accusa i tribunali internazionali e le organizzazioni come la Hrf di essere “politicizzate e antisemite”.
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