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Stati Uniti, Israele e Russia, quando al governo ci sono sadici


ROMA – Scorrono le notizie e ogni giorno bisogna aggiornare la tabella delle vittime di soprusi e atrocità in corso. Gli Stati Uniti in mano al Presidente Trump sin dall’insediamento alla Casa Bianca si sono distinti per l’attacco alla vita quotidiana di milioni e milioni di cittadini americani. Per non parlare della strage continua di civili palestinesi perpetrata dal governo Netanyahu e della guerra scatenata dall’autocrate russo Putin contro il popolo dell’Ucraina. Guardando ai comportamenti e alle decisioni prese da questi potenti è facile pensare siano in fondo dei sadici. Veloce ripasso. Il termine deriva da Donatien Alphonse François de Sade, meglio conosciuto come Marchese de Sade (1740 -1814), aristocratico francese autore di diversi libri in cui è evidenziata la figura del sadico come individuo capace di compiere, con scientifica razionalità, ogni sorta di azione volta all’immoralità, dato che il soggetto non riconosce solitamente bene e male ma solo il tornaconto personale, rifiutando ogni limitazione imposta dalla morale comune.

Nel caso di questi ‘lor signori’ siamo di fronte a una particolare figura, quella del ‘sadico autoritario’ che i manuali definiscono come colui che si sente in diritto di essere spietato, crudele, impenitente e scostante. Solitamente è qualcuno che si trova in posizioni lavorative di potere. Crede di lavorare per il bene comune e ritiene suo dovere cercare, controllare e punire i trasgressori delle regole. Regole che alla fine sono soltanto quelle che vanno bene a lui stesso. Pensiamo alla rappresaglia scatenata da Trump contro gli immigrati irregolari che da anni vivono in America e che adesso, questa l’intenzione, a decine di milioni verranno spediti nei paesi d’origine. I media americani stanno segnalando che la stragrande maggioranza di quelli che finiscono nelle retate della polizia speciale istituita da Trump non sono stati nemmeno condannati da un tribunale. Eppure finiscono in lager costruiti in fretta e furia dalla nuova amministrazione. Ad esempio Alligator Alcatraz, sorto in mezzo a una palude in Florida, dove centinaia e centinaia di detenuti, compresi alcuni italiani, vivono in condizioni disumane. Per alcuni analisti americani, in questi luoghi i ‘trumpiani’ al potere stanno sperimentando una tecnica precisa di condizionamento e repressione. In sostanza, gli uomini in gabbia, sottoposti a condizioni sempre più crudeli, alla fine perderanno il senno diventando violenti. E a quel punto ci sarà la giustificazione per la loro deportazione.

In Israele c’è al potere un altro sadico autoritario. Netanyahu continua a massacrare ogni giorno palestinesi in fila per il cibo. Bambini stanno morendo di fame, ogni giorno la lista dei morti si allunga, oltre 50mila morti dall’inizio della guerra scatenata dopo l’uccisione di 1300 israeliani da parte dei terroristi di Hamas. Il premier israeliano non ascolta nessuno, bombarda, uccide e terrorizza. Anche negli Stati Uniti uomini vicini all’amministrazione Trump ormai lo definiscono ‘il matto’. In queste ore ministri del governo israeliano hanno dichiarato che i civili palestinesi li sta uccidendo Hamas, non l’esercito israeliano. Per capire dove arriva la follia di questi personaggi. A cosa punta Netanyahu? L’ex primo ministro israeliano, Ehud Olmert, intervistato dal Fatto, lo spiega con chiarezza: “… far confluire i palestinesi di Gaza sopravvissuti nella cosiddetta ‘città umanitaria ‘ di Rafah si tradurrebbe nell’esatto contrario: una deportazione in un campo di concentramento’. Costringere centinaia di migliaia di persone a vivere sotto il controllo dell’esercito non è altro che una condanna a vivere in un lager'”. Questa operazione “penso sia un tentativo da parte di questo governo di estrema destra – dice Olmert- di aiutare i coloni a impossessarsi di tutto il Nord della Striscia di Gaza”. Mera questione di potere e di rapina di altro territorio palestinese. A suo parere Israele sta compiendo un genocidio? “Genocidio no- risponde l’ex premier israeliano- ma crimini di guerra sì”. E speriamo di vedere presto, magari a Norimberga, un tribunale internazionale giudicare i criminali di guerra di tutto il mondo.

In Russia anche Putin risponde al modello del sadico. Vietato criticare i potenti, vietato protestare contro la guerra criminale scatenata contro un paese indipendente, vietato pensare… chi trasgredisce finisce nei lager siberiani dove gli sgherri di Putin, come i vecchi aguzzini del potere sovietico, prima o poi causeranno la morte di questi oppositori… per ‘arresto cardiaco’. Questa la situazione e questi i protagonisti che ogni giorno si prendono tutta l’attenzione del mondo. Che fare? Resistere, resistere dando voce a chi non può parlare liberamente, portando alla luce i crimini che si cerca di nascondere, denunciare in modo pubblico i responsabili. 
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