22.3 C
Roma

Caso Garlasco, consulenti divisi: certezze e dubbi sull’impronta 33

(Adnkronos) – L’impronta di una mano sul muro. La novità che ha riaperto le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, la ‘pistola fumante’ che la Procura di Pavia avrebbe voluto mettere davanti agli occhi del nuovo indagato Andrea Sempio – nella convocazione a cui si è sottratto lo scorso 20 maggio – torna a far parlare di sé. Dopo la consulenza degli esperti incaricati dai magistrati guidati dal procuratore capo Fabio Napoleone, la relazione depositata dalle difesa di Sempio e dalla famiglia della vittima, ieri anche gli esperti scelti da Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per l’omicidio della fidanzata, hanno tratto le loro conclusioni sull’impronta 33.  

Gli esiti, come prevedibile, non mettono d’accordo le parti su una traccia che non rientra nell’incidente probatorio, sebbene l’avvocato Gian Luigi Tizzoni – legale della famiglia della vittima uccisa a Garlasco il 13 agosto 2007 – avesse chiesto l’intervento di un perito nominato dalla giudice per le indagini preliminari Daniela Garlaschelli – per certificare l’identità e l’assenza di sangue già stabilita da un test. Una proposta bocciata da tutti e che ora lascia trarre a ciascuno le proprie conclusioni, in attesa che si esprima un giudice dopo la chiusura dell’indagine.  

L’orma che torna di attualità dopo quasi 18 anni, non è nuova. Nel 2007, i Ris di Parma prelevano frammenti di intonaco dall’impronta, ma il sospetto che ci fosse sangue venne subito smentito: l’Obti test (ancora oggi il più sensibile nel rilevare sangue umano, ndr) fornì “esito negativo”. Nessuno allora riuscì a svelare l’identità di quella mano.  

Di recente, la Procura di Pavia si è affidata ai dattiloscopisti Giampaolo Iuliano e Nicola Caprioli e ha attribuito a Sempio – scovando ben 15 minuzie – la palmare destra (non databile) trovata sulle scale, all’altezza del terzo gradino, non distante dal corpo senza vita della ventiseienne. Per chi indaga, il killer si è sporto in avanti e ha toccato la parete mentre le impronte insanguinate delle sue scarpe – numero 42, stessa taglia di Stasi – restano sulla soglia del gradino zero. Da anni l’impronta 33 non esiste più, l’intonaco è finito rendendo impossibile nuovi accertamenti biologici.  

E’ la Procura di Pavia a chiarire che di sangue sull’impronta 33 non si può parlare. Il procuratore Napoleone spiega – con un comunicato ufficiale dello scorso maggio – che il colore rosso della foto è dato dalla “ninidrina”, il reagente utilizzato per risaltare la traccia, e a inizio luglio il procuratore aggiunto Stefano Civardi è ancora più chiaro. L’intonaco grattato risulta “interamente utilizzato – dopo essere state verosimilmente pregiudicate dall’azione inibente della ninidrina – per indagini biologiche, come riferito ai pubblici ministeri il 9 giugno 2025 dal tenente colonnello (del Ris di Parma, ndr) Alberto Marino” si legge in un atto in possesso dell’Adnkronos.  

Il materiale ‘grattato’ non c’è nei reperti oggetto dell’incidente probatorio, “sicché, all’evidenza, non è possibile procedere ad accertamenti biologici sul reperto fotografico dell’impronta”, aggiunge Civardi nero su bianco, mettendo fine all’ipotesi di ogni ulteriore approfondimento. Una conclusione che contrasta con la visione dei consulenti di Stasi. “L’analisi tecnica-dattiloscopica attuata sull’impronta numero 33 – si legge nella relazione tecnica firmata da Oscar Ghizzoni, Pasquale Linarello e Ugo Ricci – unitamente alle prove sperimentali effettuate sul muro con intonaco a diverse condizioni, consentono di ritenere che tale impronta fosse imbrattata di sudore e materiale ematico” probabilmente della vittima. Un’ipotesi, ricostruita su foto, destinata a restare tale. Se pm e difesa del condannato convergono nel ritenere quella traccia di Sempio, di opposto avviso sono gli altri consulenti.  

“L’impronta latente numero 33 non presenta un numero sufficiente di corrispondenze valide per consentirne l’attribuzione certa all’indagato Andrea Sempio, esibendo al massimo soltanto 5 punti caratteristici, reali e obbiettivamente riscontrabili, che la rendono non utile per i confronti. E’ verosimile ritenere che le evidenze erroneamente indicate dai consulenti della Procura, siano da imputare a interferenze murarie, non a strutture papillari reali” è la tesi dei consulenti di Sempio, Luigi Bisogno e l’ex generale del Ris Luciano Garofano che, in un’integrazione, rimarcano ulteriormente che “il rilievo numero 33 non presenta caratteristiche strutturali, morfologiche o geometriche idonee per poterne sostenere l’attribuzione all’indagato Andrea Sempio”. Conclusioni condivise da Calogero Biondi e Dario Redaelli, consulenti della famiglia Poggi, per i quali l’impronta 33 non è di Sempio ed è stata prodotta da un palmo “in movimento, sudato, magari sporco, ma non insanguinato”. 

ULTIME NOTIZIE

Roma, manifesti Lega su dl sicurezza diventano un caso: si accende scontro con Campidoglio

(Adnkronos) - Prima vandalizzati da ignoti, ora finiti nel mirino del Campidoglio e...

Il buongiorno e l’oroscopo del 27 Luglio 2025

Il buongiorno ai lettori lo porge Patrizia Tittarelli che festeggia il suo compleanno. Tanti...

Luci e ombre dell’agricoltura sul territorio di Tarquinia

TARQUINIA - Si è parlato del rapporto dell’agricoltura con il territorio tarquiniese venerdì pomeriggio...

La ricetta di Vittoria Tassoni: Sfoglia alle pesche

Vittoria Tassoni* La sfoglia alle pesche è uno di quei dolci che profumano d’estate,...

Continua a leggere su radioroma.it

NOTIZIE CORRELATE

Roma, manifesti Lega su dl sicurezza diventano un caso: si accende scontro con Campidoglio

(Adnkronos) - Prima vandalizzati da ignoti, ora finiti nel mirino del Campidoglio e...

Il buongiorno e l’oroscopo del 27 Luglio 2025

Il buongiorno ai lettori lo porge Patrizia Tittarelli che festeggia il suo compleanno. Tanti...

La ricetta di Vittoria Tassoni: Sfoglia alle pesche

Vittoria Tassoni* La sfoglia alle pesche è uno di quei dolci che profumano d’estate,...