BOLOGNA – “Alberto si è alzato, ha acceso il computer alle 10, la ragazza purtroppo è morta dalle 9 alle 11:30. E non c’è nessuno che lo conferma”. Lo diceva, nei primissimi giorni dopo l’omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007, il padre di Alberto Stasi, Nicola, parlando al telefono con un parente. L’intercettazione è stata mandata in onda ieri sera dalla trasmissione Quarto Grado. L’uomo, che è morto nel dicembre del 2013, nella telefonata parla di molti elementi delle indagini, comprese alcune incongruenze emerse già subito allora. Perchè Alberto non aveva sangue sotto le scarpe? Era un corridoio lungo, lui guardava avanti, il sangue era sulla sinistra e lui è stato a destra. Lo ha evitato ma è una cosa spontanea, anche quando c’è l’acqua non ci metti il piede dentro”.
“Il problema è che non c’è un alibi” L’intercettazione telefonica tra il padre di Stasi e un parente proprio il giorno dopo il delitto di Chiara Poggi #Quartogrado pic.twitter.com/gRjcBXWsdI— Quarto Grado (@QuartoGrado) July 25, 2025
L’intercettazione mandata in onda dura complessivamente tre minuti e 47 secondi, durante il quale Nicola Stasi parla con un parente che chiama a casa per sapere come va. Se ci sono novità, se ci sono notizie positive. Il giorno prima Stasi era rimasto sotto torchio degli interrogatori molte ore. Nicola Stasi dice che sono loro che si sono fatti presentati in Caserma per chiarire. Cosa? Alcuni elementi che già in quei giorni avevano portato dei sospetti su Alberto e sulla possibilità che mentisse. Il pigiama rosa o bianco (Alberto aveva detto rosa ma in quei giorni si era diffusa l’informazione, errata, che fosse bianco), la macchia ‘bianca’ che Alberto disse di aver visto sul viso di Chiara (per il padre si è trattato di un raggio di luce all’apertura della porta) e poi la questione delle scarpe. Pulite. Nonostante Alberto avesse camminato in casa Poggi dove c’era sangue ovunque. “Il problema è la scarpa. Loro dicono: con tutto il sangue che c’era non si è neanche sporcato le scarpe. Però ieri ci ha fatto vedere Alberto com’era, c’è un corridoio di circa 8-9 metri. Lui a metà ha fatto due passi, ha guardato a destra e sinistra non c’era nessuno, ha guardato avanti nel corridoio a sinistra c’era già una striscia di sangue. Chiaramente se n’è stato a destra e ha guardato avanti. L’ha evitata, ma è spontaneo che uno non è che… anche nell’acqua non ci metti dentro i piedi”.
Un altro elemento di cui già si parlava era dell’impronta di scarpa impressa nel sangue, la famosa impronta a pallini. Era di Alberto? “Non si sa, non si sa, non si sa neanche se uomo o donna”, risponde Nicola Stasi. “Non si capisce. Ieri sui giornali c’era scritto che possono essere in due ad averlo fatto, ne scrivono tante di stupidate, cosa vuoi. Ho letto solo un giornale ieri, ne ho lette tre di stupidate. Una che noi siamo amici della famiglia Cappa, mai, mai visti, mai conosciuti, non li conosco neanche. Poi c’era una storia tra la ragazza e Alberto”, risponde il padre.
Il padre di Stasi parla anche dei genitori di Chiara Poggi: “Non ci siamo visti o sentiti. L’altra sera la mamma di Chiara ha chiamato Alberto e gli ha dato la buonanotte. Lei in caserma gli ha detto: lo so Alberto che non sei stato tu. Il problema è che non c’è un alibi”.
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