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Matteo Materazzi e la lotta contro la Sla. La moglie lancia una raccolta fondi: “C’è una piccola speranza”

(Adnkronos) –
Matteo Materazzi, fratello dell’ex calciatore dell’Inter Marco, ha la Sla. L’agente, ex allenatore di Bari, Lazio, Piacenza e Brescia, sta lottando da settembre 2024 contro una rara forma di sclerosi laterale amiotrofica e oggi, giovedì 31 luglio, sua moglie Maura ha raccontato la storia dopo il lancio di una raccolta fondi su Gofoundme. Una campagna che in poche ora ha avvicinato oltre 120 donatori, con più di 25mila euro raccolti.  

“Sono Maura, la moglie di Matteo, un papà di due splendidi ragazzi di 16 e 19 anni – si legge in un lungo post pubblicato su Instagram -. Matteo ha 49 anni e nel settembre 2024 gli è stata diagnosticata una rara mutazione di Sla. La sua storia inizia a marzo 2024, quando pensando di avere un problema alla schiena comincia a zoppicare trascinando un po’ il piede sinistro. In poco tempo perde molto peso e fa sempre più fatica a camminare. Iniziamo a fare mille esami, dai quali però non risulta nulla”. 

 

Il post di Maura continua con il racconto degli ultimi mesi: “Ad agosto comincia a cadere frequentemente, la sua camminata diventa robotica, ogni passo è una fatica immane, così riusciamo a ottenere un appuntamento al centro Nemo di Roma col Proff. Sabatelli. Il 4 settembre riceviamo l’amara sentenza. In pochi mesi Matteo, per la precisione a fine dicembre, finisce in carrozzina perdendo velocemente l’uso delle gambe. Nemmeno le braccia funzionano più, muove solo un pochino le mani. La malattia sta avanzando molto velocemente e ha da poco preso anche la parte respiratoria. L’obiettivo è creare una terapia Aso personalizzata per la mutazione di Matteo (TDP-43). Ha già funzionato su alcune rare mutazioni di Sla, come la SOD1 e la FUS, solo che la mutazione di Matteo ha una difficoltà in più: la proteina che si accumula nelle sue cellule neuronali e che le intossica, facendole morire, è anche funzionale alla cellula stessa. Per questo motivo creare una terapia antisenso per Matteo è ancora più difficile”. 

Per Matteo c’è però una speranza: “Abbiamo contattato la Columbia University di New York e il Dott. Shneider, pioniere di questa terapia, ma per creare degli ASO adatti a Matteo e a tutti quelli che hanno la stessa mutazione nella stessa variante servono 1 milione e mezzo di dollari, che ovviamente non abbiamo. Solo col vostro aiuto possiamo sperare di raggiungere queste cifre e magari salvare la vita non solo di Matteo, ma di tutti quelli che vivono la sua condizione”.  

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