ROMA – “Ci riuniamo in un giorno di profonda gioia, di speranza crescente, di fede rinnovata e, soprattutto, un giorno per rendere il nostro più profondo ringraziamento all’Onnipotente Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe. Dopo tanti anni di guerre incessanti e pericoli senza fine, oggi il cielo è sereno, le armi tacciono, le sirene non suonano più e il sole sorge su una Terra Santa finalmente in pace. È l’alba storica di un nuovo Medio Oriente”: ha esordito così Donald Trump, parlando davanti Knesset, il parlamento israeliano il 13 ottobre, nel giorno in cui sono stati rilasciati da Hamas gli ostaggi israeliani prigionieri di Hamas da più di due anni, dal 7 ottobre 2023. Il discorso di Donald Trump, più volte interrotto dai parlamentari israeliani con applausi e standing ovation, è durato complessivamente 66 minuti.
LA RICOSTRUZIONE DI GAZA
“Gaza sarà smilitarizzata” e “Hamas deporrà le armi”, ha detto Trump. “Gaza diventerà una regione con un futuro brillante davanti, sarà ricostruita”, ha detto Trump. “L’attenzione su Gaza deve concentrarsi interamente sul ripristino dei fondamenti della stabilità, della sicurezza, della dignità e dello sviluppo economico, affinché possano finalmente avere la vita migliore che i loro figli meritano», ha detto Trump.
“ISRAELE HA VINTO, ORA PACE”
“Israele ha vinto tutto ciò che si poteva ottenere con la forza delle armi. Ora è il momento di trasformare queste vittorie contro i terroristi sul campo di battaglia nel premio finale: pace e prosperità per l’intero Medio Oriente. Abbiamo dimostrato che la pace non è solo una speranza, ma una realtà che possiamo costruire giorno dopo giorno”, ha detto ancora Trump.
LA MANO TESA ALL’IRAN
“Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti in questa regione- ha detto Trump- che decenni di fomentare terrorismo, estremismo, jihadismo e antisemitismo non hanno funzionato: si sono ritorti contro di loro in modo totale. È più evidente che mai che le nazioni produttive e responsabili di questa regione non dovrebbero essere nemiche o avversarie, ma partner e, alla fine, persino amiche. Anche con l’Iran, il cui regime ha inflitto così tante morti in Medio Oriente, la mano dell’amicizia e della cooperazione è sempre aperta”.
ORA TOCCA A PUTIN
E ha citato anche la Russia, per dire che l’America punta a porre fine anche al conflitto tra Ucraina e Russia: “Ora ci concentreremo sulla Russia, risolveremo la situazione”.
IL FUTURO DI GAZA
Il futuro di Gaza? “C’è un potenziale straordinario in questa regione- ha detto Trump- dopo decenni che è stato fomentato il terrorismo e l’antisemitismo. Ora i palestinesi hanno la loro opportunità di abbandonare la violenza e di essere migliori. In questi mesi – ha raccontato – ho incontrato persone che vogliono che questo succeda”. Trump ha sottolineato che “dopo tante violenza e dolore, è arrivato il momento di concentrarsi sulla ricostruzione di un popolo, della stabilità, dello sviluppo economico in modo che i palestinesi possano avere una vita migliore, si meritano una vita migliore”. A questo progetto “io voglio contribuire, voglio essere partner”, ha aggiunto il presidente americano sottolineato che “in tanti lo vogliono fare, si chiama Consiglio per la pace”.
LA GRAZIA PER NETANYAHU
Il presidente Trump, verso la fine del suo discorso, si è rivolto al presidente israeliano Isaac Herzog e lo ha invitato a dare la grazia a Benjamin Netanyahu, che è sotto processo per corruzione: “Perché non lo perdoni?”, gli ha detto in modo alquanto teatrale. L’ala destra della Knesset era in tripudio, tra urla e applausi.
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