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Vittimizzazione secondaria, Reale: “Dobbiamo fare qualcosa, vanno portati i fascicoli in tribunale”


ROMA – “Sono stato tirato fuori dalla macchina di mia madre dove ero rifugiato per non essere preso e trattato come un peluche. C’erano 4 o 5 pattuglie. Secondo voi come si può sentire un bambino?”. E’ una delle lettere che Elvira Reale di Protocollo Napoli, psicologa e consulente della Commissione d’Inchiesta sul Femminicidio, ha letto in Senato, in occasione del convegno promosso giovedì 16 dalla senatrice Valeria Valente per mettere a fuoco le nuove frontiere della violenza contro le donne. “Oggi- ha aggiunto- questo bambino è un ragazzo 15enne, ha passato 3 anni in struttura per il rifiuto del padre che ha continuato a rifiutare, ora è a casa con lui e scrive a tutti, a Mattarella, alla Commissione Femminicidio, proprio a tutti. E’ un bambino che ha resistito”. E ancora un’altra lettera che risuona nella sala Koch come un pugno allo stomaco. “Sono stufo, mi sento ignorato. Io sono protagonista e voglio tornare a casa da mia madre”. “Dopo 5 anni di trattamento fasullo- ha spiegato Reale riferendosi a quanto previsto dai teorici dell’alienazione parentale- questo bambino vuole stare con la madre che lo vede ancora ogni 15 giorni con gli operatori. Una donna che si è fatta fare non so quante visite psichiatriche ed è risultato che non ha problemi. Come la chiamate questa cosa?”, ha detto rivolgendosi alla platea gremita anche di donne madri seguite dalla Commissione. “Tortura”, la risposta che è risuonata a più voci, anche dalle mamme presenti dei 36 fascicoli chiamati casi esemplari di vittimizzazione secondaria dalla Commissione della procedente legislatura, a cui si aggiungono i nuovi oggi in esame. Ci sono anche quelle mamme, con i loro legali, con i figli a casa e un’angoscia continua di vederseli strappati.

“Dobbiamo fare qualcosa” è stato l’appello di Elvira Reale che da sempre si occupa di vittimizzazione secondaria nei Tribunali e di quell’ultima ‘parte’ della storia di una violenza domestica che sono i bambini, i figli, e che per questo ha invitato ad affrontare la questione mettendo l’accento sui bambini eroi chiamando le associazioni ad organizzarsi in una “task force” per “segnalare i consulenti agli ordini professionali, o i magistrati al CSM: insomma fare di più, perchè le madri da sole non possono fare nulla”.”Tra il 60 e l’80% (da dati dell’ospedale Cardarelli) delle donne che subiscono violenza sono madri- ha detto- e quindi l’ultima ricaduta della violenza domestica è sui figli. Mi immergo nei fascicoli, che sono terribili e ho scoperto che questi bambini, dai 5 ai 10 anni, sono l’oggetto di ‘cure’ terribili di Istituzioni ancora governate dalla PAS (alienazione parentale, bandita dalle Nazioni Unite nel 2023 e vietata nei Tribunali) che prevede un trattamento che dice: togliete i figli alla madre e vietate contatti con lei. Dalle carte escono fuori i profili di bambini resistenti, eroi ed eroine, penso che dobbiamo puntare l’accento sui figli, questo ci porterà a fare un salto di qualità”.

Ha concluso con un programma chiaro di azione: “Protocollo Napoli è un centro studi, ma da soli non va. In questa lettere che ho letto ci sono dei reati: chi se ne fa carico? Le associazioni devono scendere in campo, ad esempio Protocollo Napoli ha fatto un esposto alla Procura sulla bambina di Monteverde. Dobbiamo organizzarci: prendere le carte (di questi procedimenti) e portarle in tribunale come associazioni perchè le madri non ce la fanno e quelle che hanno denunciato sono state massacrate e molte nemmeno salvate”.
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