ROMA – Il femminicidio di Pamela Genini consegna alla cronaca di questi giorni narrazioni, su alcuni media, cartacei, on line e televisivi, che determinano nuovamente una rivittimizzazione della donna. La Commissione Pari Opportunità dell’Ordine nazionale dei Giornalisti richiama i colleghi al rispetto dei principi fondanti della professione contenuti nel Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti e in particolare critica con fermezza l’articolo e le foto scelte per raccontare il femminicidio, pubblicate da Dagospia. Così in un comunicato.
“NO A NARRAZIONE TOSSICA E CURIOSITÀ MORBOSA”
Pamela Genini è stata uccisa con oltre trenta coltellate e l’articolo (intitolato ‘Chi è davvero Pamela Genini’) riduce la vittima a un pretesto di gossip. Qualunque sia la vita di una persona niente giustifica la violenza. Questo tipo di narrazione è un modo subdolo di delegittimare una donna anche dopo la morte, l’ennesima donna assassinata per mano di un uomo. Ogni parola che metta in dubbio la sua dignità è un insulto alla verità e alla memoria- prosegue la Commissione- La violenza non è solo quella fisica: si disegna e si costruisce anche attraverso la denigrazione, la narrazione tossica costruita per alimentare curiosità morbose. Il giornalismo non è questo. Non è scavare nel passato di una vittima per farne spettacolo, non è insinuare, non è ingenerare sospetti. È cercare la verità e restituirla con rispetto e continenza nella narrazione dei fatti. In casi di violenza di genere, il dovere dell’informazione è proteggere la dignità di chi non può più difendersi, non profanarla per un titolo ad effetto.La Commissione invita ancora una volta tutte le colleghe e i colleghi ad attenersi con rigore alle regole deontologiche quando si trattano casi di femminicidio e di violenza contro le donne. Le parole possono ferire, e il modo in cui raccontiamo una storia può contribuire a cambiare o a perpetuare la cultura che la genera, conclude il comunicato.
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