OGNI ORA SI PERDE PORZIONE SUOLO PARI A CAMPO CALCIO
Il territorio italiano cambia ancora: nel 2024 sono stati coperti da nuove superfici artificiali quasi 84 chilometri quadrati, con un incremento del 16% rispetto all’anno precedente. Con oltre 78 kmq di consumo di suolo netto si tratta del valore più alto dell’ultimo decennio. A fronte di poco più di 5 kmq restituiti alla natura, il quadro resta sbilanciato: ogni ora si perde una porzione di suolo pari a circa 10mila metri quadrati, come se dal mosaico del territorio venisse staccata ogni ora un’area grande come un campo di calcio. Sono i dati del Rapporto Snpa, il Sistema nazionale a rete di protezione dell’ambiente, ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici’. Le regioni con maggiore copertura artificiale rimangono Lombardia (12,22%), Veneto (11,86%) e Campania (10,61%), mentre le maggiori perdite di suolo nel 2024 si registrano in Emilia-Romagna (1.013 ettari di nuove aree artificiali), Lombardia (834 ettari), Puglia (818 ettari), Sicilia (799 ettari) e Lazio (785 ettari).
DATTERI DI MARE, MAXI OPERAZIONE GUARDIA COSTIERA
Cinquantanove misure cautelari con custodia in carcere per 25 persone, arresti domiciliari per 10, 3 obblighi di dimora, 10 sequestri preventivi di natanti, box pescherie e depositi. Sono gli esiti di una maxi operazione della Guardia costiera contro i trafficanti di datteri di mare, che per predare il costoso – e vietatissimo dal 1998 – mollusco distruggono chilometri di costa. La Procura della Repubblica di Trani ha indagato per tutto il 2024 e fino alla scorsa primavera, intercettando pescatori abusivi, ricettatori e intermediari, installando diverse telecamere nei luoghi di deposito e vendita dei datteri di mare, disponendo appostamenti, pedinamenti, osservazioni notturne in mare, analisi dei social network. Identificati gli appartenenti a tre distinti gruppi di pescatori nonché un nutrito gruppo di oltre 30 intermediari per la vendita a ristoranti, pescherie e direttamente a privati cittadini.
SENSORI E IA PER ASCOLTARE LA ‘VOCE’ DEL MARE
Un sistema innovativo per il monitoraggio della fauna ittica: la prima rete di monitoraggio acustico lungo la dorsale jonica che ‘ascolta’ il mare e trasforma i segnali in dati per la tutela della biodiversità. I sensori impiegati sono così sensibili da cogliere il crepitio dei gamberetti e, al tempo stesso, abbastanza potenti da rilevare il rumore delle grandi navi a chilometri di distanza: un duplice registro di ascolto che incarna lo scopo del progetto, monitorare la fauna e misurare l’impatto dell’antropizzazione sull’equilibrio dell’ecosistema marino. Tutto questo è ‘Vongola’, progetto Pnrr nell’ambito del Centro Nazionale per la Biodiversità realizzato dal Centro Siciliano di Fisica Nucleare e di Struttura della Materia e dall’Università di Catania, Università Mediterranea di Reggio Calabria e azienda Nadir Byte. Il sistema acquisisce quindi i suoni in continuo, distingue le sorgenti e restituisce mappe spazio-temporali dell’ambiente acustico sottomarino.
MUTAMENTO CLIMA MINACCIA IL LEOPARDO DELLE NEVI
Ogni anno, con l’aumento delle temperature, la porzione del suo habitat innevato si riduce un po’ di più. Parliamo del leopardo delle nevi, simbolo della biodiversità asiatica e predatore al vertice degli ecosistemi montani. Pressioni antropiche, frammentazione dell’habitat e cambiamenti climatici ne mettono a rischio la sopravvivenza, ha denunciato il Wwf in occasione della Giornata mondiale dedicata a questo splendido felino. Presente in 12 Paesi dell’Asia centrale e meridionale, questo predatore, chiamato ‘fantasma delle montagne’ dalle popolazioni locali, abita territori impervi oltre i 3.000 metri di quota, rendendo difficile il suo monitoraggio e la sua protezione. Con una popolazione stimata tra 3.920 e 6.390 individui, la specie è classificata come ‘vulnerabile’ dall’Unione internazionale per la conservazione della natura, con un previsto declino del 10% nei prossimi vent’anni.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo https://www.dire.it


