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Due rari ibis eremiti abbattuti da un bracconiere: Zoppo e Zaz “in Italia solo da un’ora”


ROMA – Avevano volato oltre tre mila metri di quota e superato le Alpi, arrivando dalla Svizzera, nel loro lungo viaggio verso la Toscana. Lui era un viaggiatore navigato ed esperto, lei una debuttante alla sua prima migrazione, ma stava imparando dal più bravo. Erano entrati in Italia solo da un’ora e si erano fermati in un bel prato nel territorio di Dubino, in provincia di Sondrio, per mangiare e recuperare le energie. Una sosta fatale perché un bracconiere li ha visti e ha dato ad entrambi il benvenuto nel Belpaese, abbattendoli a bruciapelo.

(Zoppo e Zaz, foto del Waldrappteam Conservation and Research)

COSA È SUCCESSO

La storia di Zoppo e Zaz è raccontata dal Waldrappteam Conservation and Research, gruppo austriaco che guida il progetto Life per la reintroduzione dell’Ibis eremita nelle Alpi, finanziato dall’Ue. Gli Ibis eremita infatti sono ritenuti una specie a rischio estinzione e come tale protetta. Zoppo e Zaz facevano parte del progetto e come tali erano dotati di trasmettitori Gps che monitoravano la loro migrazione autunnale. Pertanto, grazie a questi strumenti, come spiega lo stesso gruppo austriaco in una nota pubblicata anche sul proprio sito, “l’incidente- avvenuto il 16 ottobre scorso- è stato rilevato immediatamente e le autorità sono state informate subito, consentendo un intervento rapido”. Così i Carabinieri Forestali di Lecco e Sondrio, con il supporto della Riserva Naturale Pian di Spagna e Lago di Mezzola, hanno avviato un’indagine approfondita e sono riusciti a recuperare i trasmettitori dei due Ibis. Ma soprattutto è stato individuato un sospettato a cui “sono stati sequestrati armi, munizioni, dispositivi elettronici e licenza di caccia”. L’uomo ora dovrà rispondere di diverse accuse tra cui uccisione di fauna protetta e possesso illegale di armi.

IL PRIMO ‘STALLONE’ DELLA SPECIE DOPO 400 ANNI E LA DEBUTTATE, CHI ERANO ZOPPO E ZAZ

La perdita di Zoppo e Zaz è stata un forte colpo per il progetto Life. Il primo “è stato un esemplare particolarmente significativo”, spiega il gruppo austriaco: “Nel 2017, è stato guidato oltre le Alpi da Überlingen con due ultraleggeri. Nel 2020, è tornato autonomamente nella regione del Lago di Costanza come primo Ibis eremita sessualmente maturo in oltre 400 anni. Da allora, è stato tra i primi uccelli a tornare ogni primavera al sito della colonia di recente costituzione a Überlingen per riprodursi, diventando uno degli esemplari più noti della colonia di Überlingen”. Zaz invece era un esemplare femmina giovanissima, “era nata nel maggio 2025 a Überlingen, ed era alla sua prima migrazione e stava imparando la rotta da Zoppo”.

FREDDATI SUBITO DOPO UNA TRAVERSATA IMPEGNATIVA

Sono stati abbattuti poco dopo che avevano attraversato la cresta principale alpina nei pressi del Piz Gallagiun a quasi 3.000 metri, “una tappa particolarmente impegnativa per i velisti in termica”. aggiungono gli animalisti. “Sono poi atterrati nel comune di Dubino (provincia di Sondrio, Lombardia), dove sono stati colpiti mentre cercavano cibo, meno di un’ora dopo aver attraversato il confine”, prosegue la nota. I loro corpi non sono stati ritrovati, diversamente dai Gps che erano stati gettati dal bracconiere nel fiume Adda, ma continuavano a segnalare la loro posizione e così “sono stati recuperati in un’operazione complessa da parte della polizia”.

“ORA PROCESSO E RISARCIMENTO”

Il team del progetto “auspica un procedimento penale e sta anche valutando un’azione legale civile per ottenere un risarcimento per i danni causati al progetto di conservazione”, fanno sapere. L’Ibis eremita è ormai un target dei bracconieri ed “è diventato un’importante specie indicatrice della grave minaccia che i reati contro la fauna selvatica rappresentano per la biodiversità”, rimarca il Waldrappteam.

“UN TERZO DELLE PERDITE IN ITALIA PER COLPA DI UCCISIONI ILLEGALI”

Infatti secondo i dati degli esperti austriaci, “le uccisioni illegali sono responsabili di circa un terzo delle perdite totali in Italia”. In definitiva, il caso dell’Ibis eremita è emblematico di come “il bracconaggio rappresenta una minaccia sistemica per la biodiversità in Italia”. Non solo il Waldrappteam punta il dito anche contro “gli attuali sviluppi politici che aumentano la pressione venatoria durante i periodi di migrazione sensibili, aggravano ulteriormente la situazione”. Infatti “nella maggior parte dei casi documentati, i responsabili sono cacciatori autorizzati, rendendo il bracconaggio un grave problema all’interno della comunità venatoria”. Di qui il richiamo alla “responsabilità di prevenire le attività criminali” alle stesse associazioni venatorie. Anche Enpa e Lndc fanno sapere che si costituiranno parte civile nel processo contro l’uomo accusato per aver abbattuto Zoppo e Zaz.

(photo credit: waldrapp.eu/web)

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