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Roma, cinghiali a Villa Pamphilj. Tomassetti: “Narcotizzati e portati in strutture specializzate”

Nessun abbattimento oggi a Villa Pamphilj, ma otto cinghiali narcotizzati e portati in strutture sanitarie. Lo assicura il presidente del Municipio XII di Roma, Elio Tomassetti spiegando inoltre le modalità in cui è avvenuta oggi la cattura degli ungulati. Un’operazione che dovrebbe aver risolto il problema sicurezza nella villa, almeno fino a quando non si presenterà la prossima famiglia di cinghiali. 

“Gli otto cinghiali – spiega Tomassetti – sono stati narcotizzati e trasportati da personale dell’Asl e della polizia della Città Metropolitana, come da protocollo, in strutture cliniche specializzate per trattamenti animali. Lì verranno analizzati per capire se hanno contratto la peste suina. Ogni decisione in seguito verrà presa dal personale sanitario”. 

“Lotto per la sicurezza delle persone”

Agli animalisti che protestano contro l’operazione definita inutile e dai modi cruenti, il presidente del municipio XII è certo che questo sia il modo per mettere in sicurezza non solo le persone che frequentano il parco ma anche gli stessi cinghiali.

“Abbiamo davanti due scenari – dice Tomassetti – da una parte il diritto che a Villa Pamphilj passeggino in sicurezza anziani e bambini, e dall’altra il diritto che lo facciano i cinghiali. Tra i due scenari io devo lottare per il primo diritto. Per la sicurezza stessa degli animali, come i cinghiali, siamo costretti a portarli in contesti più idonei per loro e non urbanizzati. Per la loro sicurezza e per la sicurezza dei cittadini perché non possiamo fare altrimenti”. 

Tomassetti: “I cinghiali non vengono a Roma per i rifiuti”

Chiede “un’azione di prevenzione e non di persecuzione” anche l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), pronta ad approfondire nel dettaglio le procedure seguite e il destino degli animali catturati oggi a Villa Pamphilj. Per l’associazione prevenzione vuol dire anche pulizia del territorio: “Il problema della presenza dei cinghiali nei centri urbani è dovuta a una scorretta raccolta dei rifiuti”.

E’ di parere diverso Tomassetti. “Non credo che i cinghiali mangino i nostri scarti. I cinghiali non vengono a Roma per i rifiuti. I cinghiali come tutte le specie viventi d’inverno, gennaio-febbraio, non trovando cibo in montagna, collina in campagna, si spostano in aree più calde. Non vengono da 100 km di distanza perché sentono l’odore dei rifiuti di Roma. Vengono verso la pianura e la città, perché attirati dalla possibilità di cibarsi”. Di cosa? “Non dei nostri rifiuti”.

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