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Controlli e verifiche su Superbonus, per quanti anni conservare i documenti e rischio sanzioni

Il Superbonus 110% è uno dei più importanti incentivi fiscali mai introdotti, nonostante le sfide legate alla sua applicazione. A causa dei requisiti dettagliati, vengono effettuati accurati controlli fiscali e verifiche per garantire la corretta fruizione delle detrazioni.

Il Superbonus 110% prevede la possibilità di effettuare controlli e verifiche per un periodo massimo di 8 anni. Durante questo lasso di tempo, l’Agenzia delle entrate può richiedere la documentazione relativa ai requisiti per l’agevolazione fiscale.

Saranno analizzati in particolare i dettagli riguardanti la cessione del credito e lo sconto in fattura, coinvolgendo sia i fornitori che i cessionari.

Quando arriva l’accertamento

L’Agenzia delle entrate notificherà l’accertamento entro il 31 dicembre del quinto anno successivo alla presentazione della dichiarazione che ha consentito l’accesso al Superbonus.

Tuttavia, il recupero della cessione del credito può avvenire entro il 31 dicembre dell’ottavo anno successivo all’uso improprio. Pertanto, l’intero processo di controlli e verifiche si conclude definitivamente solo dopo 8 anni dalla presentazione delle dichiarazioni fiscali relative al Superbonus 110%.

Per evitare spiacevoli inconvenienti, è fondamentale conservare tutta la documentazione necessaria per i controlli fiscali che possono protrarsi per diversi anni.

Quali documenti bisogna conservare

La circolare n. 24 del 2020 dell’Agenzia delle entrate ha indicato quali documenti devono essere conservati per eventuali accertamenti:

  • Fatture o ricevute fiscali che dimostrino le spese effettivamente sostenute per la realizzazione dei lavori rientranti nel Superbonus 110%. Le persone fisiche devono conservare anche la ricevuta del bonifico bancario o postale utilizzato per il pagamento.
  • Dichiarazione del consenso all’esecuzione dei lavori firmata dal proprietario, nel caso in cui sia un altro soggetto a effettuare i lavori.
  • Copia della delibera assembleare e della tabella millesimale di ripartizione delle spese condominiali, se i lavori riguardano le parti comuni dell’edificio. Questi documenti possono essere sostituiti da una certificazione rilasciata dall’amministratore condominiale.
  • Copia dell’asseverazione inviata all’Enea per gli interventi di efficientamento energetico.
  • Copia dell’asseverazione, depositata presso l’ufficio competente, per gli interventi sismici.

Quali sanzioni si rischiano con il superbonus

Chiunque non abbia i documenti in regola rischia pesanti conseguenze in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle entrate. Se la documentazione non è idonea, contiene errori o omissioni, l’agenzia può revocare il diritto a ricevere il beneficio.

In caso di mancato diritto al Superbonus 110%, sarà necessario restituire l’importo ricevuto, che sarà aumentato da sanzioni e interessi, fino al 200% della detrazione indebitamente ottenuta.

Nel caso in cui siano presenti requisiti parzialmente o completamente mancanti, l’Agenzia procederà al recupero dell’importo della detrazione non spettante, applicando interessi e sanzioni anche nei confronti dei beneficiari dello sconto in fattura o della detrazione.

È importante notare che, in caso di violazione delle norme, sia il fornitore che ha applicato lo sconto che il cessionario che ha acquistato il credito possono essere ritenuti responsabili solidalmente. In tal caso, si configurano reati gravi, come l’utilizzo irregolare o eccessivo del credito d’imposta.

Inoltre, oltre alla possibilità di perseguimento penale per indebita compensazione, vengono applicate anche sanzioni amministrative, che variano in base alla misura della detrazione non spettante.

(sg)

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